Fabrizio Marrazzo RISPONDE alle 10 domande di Mauro Cioffari

Condividi


Nessuna richiesta di 1 MILIONE DI EURO, come fatto da qualche altro Presidente, ma 10 risposte, spesso in contraddizione tra loro e sinceramente talmente POCO credibili da far girare ancor più le palle (almeno a me).
Fabrizio Marrazzo, Presidente dell’ArciGay romano, risponde così ai 10 quesiti posti lui da Mauro Cioffari, dopo il CASINO DISINFORMATIVO creato dall’ArciGay della capitale e dallo stesso Marrazzo sulle fiaccolate di protesta degli ultimi giorni.
Che ognuno si faccia la sua idea. La mia è NOTA, ormai da tempo.

1) E’ a conoscenza che Venerdì 28 agosto 2009, a Roma, si è svolta una fiaccolata dal titolo “WE HAVE A DREAM” autoconvocata e autogestita dapersone GLBTQ?

Sono venuto a conoscenza dell’iniziativa solo nella serata del 28 agosto, grazie ad alcuni amici, non avendo ricevuto alcuna comunicazione diretta.

2) Dov’era la sera del 28 agosto 2009?

Sono stato prima in ospedale da Dino, poi sono passato alla Gay Street, ma evidentemente era troppo tardi e l’iniziativa era già partita.

3) E’ a conoscenza che la fiaccolata, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, si ripeterà ogni Venerdì alle 21 da via di S. Giovanni in Laterano al Campidoglio?

L’ho appreso ieri.

4) E’ consapevole di aver ignorato, in tutte le sue dichiarazioni (comunicati stampa, interviste, ecc.) il carattere spontaneo (nasce al di fuori di ogni silga associativa) della manifestazione del 28 agosto 2009?

Non ho fatto alcuna dichiarazione sulla fiaccolata del 28 agosto, perché non ne ero a conoscenza prima.

5) Si rende conto di aver convocato nello stesso luogo, con le stesse “parole d’ordine” e nelle stesse forme (fiaccolata) (ma in data diversa e a cadenza mensile) una manifestazione analoga?

Non è stata convocata alcuna fiaccolata. Un gruppo di associazioni, tra le quali Arcigay Roma, si sono confrontate per condividere un’iniziativa contro l’omofobia, contro la transfobia e contro ogni forma di intolleranza, come da anni facciamo alla Gay Street. Non eravamo a conoscenza di iniziative spontanee, perché non ne eravamo stati informati. Abbiamo comunque deciso di dare più forza alla fiaccolata del 4, chiedendo a tutta la comunità di aderire. Non servono, a nostro parere micro-iniziative, ma occorre essere tanti. Arcigay Roma sostiene tutte le iniziative contro l’omofobia, la transfobia e contro ogni forma di intolleranza.

6) Crede che il percorso per l’emancipazione e la liberazione delle persone omosessuali e transessuali possa più accettare un atteggiamento come quello da lei assunto da quando è Presidente di Arcigay Roma?

Questa, più che una domanda, appare una sua riflessione. Da parte mia, impiego le mie energie e parte del mio tempo libero per cercare di difendere le persone lgbt, promuoverne i diritti e le libertà e lotto per un paese laico.

7) Comprende il significato della frase (tratta dal sito di Arcigay Roma): “E’ importante essere presenti (alla manifestazione da lei organizzata) perché più siamo uniti, più siamo forti e maggiore è la possibilità che abbiamo di cambiare il nostro paese e la sua cultura”.

Certo, credo che si possa estendere a tutte le iniziative e abbiamo agito di conseguenza.

8) Non ritiene che la corsa alla visibilità (ad ogni costo) dell’associazione da lei presieduta possa contribuire alla divisione e frammentazione del movimento GLBTQ?

Sarebbe utile analizzare nel dettaglio le cause dell’attuale divisione e frammentazione del movimento lgbt, che, come è noto, ha cause antiche che, di volta in volta, si ripropongono, indipendentemente dalla presenza di Arcigay Roma. Se vuole, possiamo organizzare un dibattito o un seminario proprio per parlare di questo.

9) Non ritiene opportuno che, di fronte a “fenomeni” di protesta spontanei come quello del 28 agosto, le associazioni debbano fare un passo indietro ed (eventualmente) aderire? O per lo meno organizzare iniziative di altro tipo che non vadano in contrapposizione a quelle già organizzate?

Credo che se c’è chi liberamente si auto-organizza e scende in piazza, delle associazioni possano liberamente organizzare una iniziativa o una serie di iniziative nel rispetto dei propri tempi e delle proprie prassi. Ad ogni modo ora che ne siamo stati informati non abbiamo avuto problemi a invitare tutti alla partecipazione.

10) Quante sono, secondo lei, le persone omosessuali e transessuali a Roma? Quante di queste sono iscritte alla sua associazione per frequentare i noti “circoli ricreativi” e quanti frequentano invece effettivamente l’associazione? Quante persone sono mediamente presenti al congresso dell’associazione? Alla luce delle precedenti risposte ritiene che l’associazione da lei presieduta, che comunque stimo per il lavoro svolto nel corso degli ultimi 30 anni, sia rappresentativa delle persone GLBTQ romane?

Ogni associazione rappresenta le persone che decidono di impegnarsi e che partecipano alle iniziative o che si riconoscono in quello che viene fatto. Credo che lei voglia analizzare, per andare al dunque, la questione del tesseramento Arcigay in numerosi circoli in Italia e nella Capitale, ma si tratta di una questione nella quale il mio comitato, così come ogni altro comitato in Italia, non ha possibilità decisionali, essendo di competenza esclusiva della struttura nazionale di Arcigay.

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy