Grande, Grosso e… Verdone: Recensione in anteprima

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Grande Grosso e… Verdone: Recensione in Anteprima

Uscita in sala: 7 Marzo

Leo, Callisto e Moreno. Tre storie, tre personaggi, tre sfaccettature dell’Italia contemporanea, al tempo stesso fedele al concetto di famiglia, cinica, puttaniera e terribilmente coatta. Si inizia dal bonaccione e ingenuo Leo, che si ritrova a dover seppellire la madre, morta improvvisamente, dopo aver affidato il tutto ad una compagnia di pompe funebri da denuncia.

Si prosegue con il diabolico Callisto, incubo perenne per i suoi studenti e per il propro figlio, oppresso da un padre insopportabile, e si conclude il tutto con Moreno e Enza, burini arricchitisi vendendo cellulari, in vacanza a Taormina. Qui, con figlio in analisi a carico, ne vivranno di tutti i colori, tra tradimenti, ripicche e gag di ogni tipo…

Dopo oltre 10 anni Carlo Verdone torna ai suoi storici personaggi, che l’hanno reso celebre sin dagli esordi televisivi d’inizio anni 80. A differenza dei precedenti, Bianco, Rosso e Verdone e Viaggi di Nozze, le tre storie non si intrecciano, scorrendo parallelamente, ma vivono un percorso proprio, personale, che probabilmente finisce per limitare la storia stessa.

Alla lunga dividere il film in tre parti stanca, con quello stacco da una storia all’altra, tipico degli altri film, che viene a mancare, facendo sentire la differenza. L’eccessiva lunghezza della pellicola è poi inspiegabile. 130 minuti risultano alla fine quasi estenuanti, infiniti, anche per tutti quelli che, come me, amano Verdone e lo vedrebbero fino alla nausea.

Lo spaccato d’Italia che Carlo porta sullo schermo è evidente.
La prima parte è dedicata a Leo, boy scout da una vita, con moglie conosciuta agli scout e figli mandati agli scout. La morte improvvisa della madre però porta il caos nella vita di Leo, che si ritrova a dover annullare la gita fuori porta già programmata per organizzare in fretta e furia un funerale. Peccato che l’addetto alle pompe funebri, un’irresistibile Massimo Marino, sia un delinquente di prima categoria, con tutte le conseguenze che potete capire ne conseguiranno…

Il ritratto che ne viene fuori è un nucleo familiare alla Family Day, con tanto di preghiera detta in latino “perchè è il Papa che lo vuole“, portata avanti tra gag più o meno divertenti e un Verdone che addirittura si fa in 4, doppiando anche i due figli e il fratello emigrato in Australia!

La seconda storia vede protagonista Callisto, il Furio di Bianco, Rosso e Verdone, il personaggio logorroico e insopportabile, qui disegnato addirittura quasi come malefico. Opprime il povero figlio a tal punto da concedergli 30 giorni per trovarsi una fidanzata, per poi fingere la sera di andare al circolo, andando in realtà a caccia di lucciole nelle strade della prostituzione romana. Lo spaccato che ne viene fuori è quello di un’Italia falsa e ipocrita, che di giorno va a donare soldi in convento e la sera cerca divertimento per strada, raccomandandosi magari con il politico di turno perchè il tutto non cambi.

La terza parte è indubbiamente la più divertente e attesa, quella dei coatti in vacanza a Taormina! Torna l’Ivano di Viaggi di nozze, qui trasformato in Moreno, così come torna quella magnifica Gerini, qui diventata Enza, ancora più caratteristica e irresistibile che nel precedente capitolo. I due vanno a Taormina per riconciliarsi con il figlio, chiuso in se stesso, con tanto di fantastico analista.

Peccato che la vacanza finisca per diventare uno stimolo d’evasione sessuale per entrambi, ammaliati da personaggi capaci di far perdere la testa. L’Italia che ne esce è quella dei ‘nuovi ricchi’, incapaci di essere ‘di classe’ ma convinti di esserlo a suon di euro dati come mancia…

Il film è nettamente inferiore a quel capolavoro che era Bianco Rosso e Verdone, ma anche a quel cult che è poi diventato Viaggi di Nozze. Si ride di meno, la regia è un pò più spartana del solito, il tutto dura eccessivamente troppo e alla fine è proprio la vena comica di Verdone a risentirne.
Tra le tre storie probabilmente la meno divertente, ma anche la più angosciante e inquietante, è quella di mezzo, con l’oppressivo e ipocrita padre, capace si di far strappare qualche sorriso, come nei casi in cui Verdone va a prostitute, ma senza esagerare.

La prima vive tra alti e bassi, con qualche ‘voce di Verdone’ di troppo, mentre la terza è indubbiamente la più riuscita, soprattutto dal punto di vista del lato comico. Questo grazie anche ad una strepitosa Claudia Gerini, tornata al passato coatto ormai dimenticato, ancora più caratteristica e macchietta del precedente Viaggi di Nozze, con un personaggio madre, più maturo e sicuramente più complicato da portare sullo schermo.

Verdone
è ovviamente la superstar del film, presente in ogni inquadratura, capace di cambiare maschera, in maniera come al solito incredibile, anche solo limando di un nulla l’espressione del viso, strabordando come suo solito dal punto di vista fisico. Gli anni si vedono e si sentono, ma la capacità di Verdone di trasformarsi resta sempre qualcosa di eccezionale. C’è da dire che probabilmente Carlo dovrà mettere in soffitta per sempre questi storici personaggi. Negli ultimi anni l’abbiamo apprezzato con commedie di stampo diverso, indubbiamente molto più riuscite e consone alla sua età…

Si poteva fare sicuramente di meglio, si doveva tagliare assolutamente qualcosa, eliminando almeno una ventina di minuti, e darsi da fare con qualche gag in più, ma alla fine il film si vede, non è volgare, si presta ad una visione di stampo familiare, nei suoi limiti, che ci sono e sono evidenti, diverte e lascia passare una serata in assoluta tranquillità, strappando più di un sorriso. E di questi tempi non è poco…

Voto: 6 non troppo convinto

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Conferenza stampa super affollata e clamorosamente lunga come il film, con un Verdone incredibilmente logorroico, per 60 minuti che alla fine hanno portato a diverse pseudo notizie principali:

– L’uscita ‘natalizia’ della pellicola, questo venerdi, in addirittura 835 sale!

– La news che lo STORICO e indimenticabile IO NUN SO’ COMMUNISTA COSI’, SO COMMUNISTA COSIIIII’ di Mario Brega venne a BRACCIO al grande Mario, senza essere presente quindi in sceneggiatura, che nella realtà non era affatto comunista ma un vero e proprio FASCIO!

– Verdone e la Gerini si sono PROPOSTI a Sorrentino per una versione moderna di Otello, vestendo i panni di Iago e Desdemona.

-Carlo è stato convinto, nel ritornare ai suoi vecchi personaggi, da 1371 mail di fans che pregavano perchè lo facesse.

– Agli estenuanti 130 minuti sono stati tagliati addirittura 45 minuti, che probabilmente finiranno negli extra del dvd.

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