Lovely Sara per l’angolo stracult dei cartoni animati della nostra infanzia!

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Tornano i CARTONI ANIMATI della nostra infanzia, come tutti i giovedì, e questa settimana arriva Lovely Sara!
Ve la ricordate Lovely Sara?
Prodotto in Giappone nel 1985, e trasmesso in Italia dal 1986, tratto dal romanzo La piccola Principessa di Burnett del 1909, Lovely Sara è stato uno di quei cartoni DRAMMATICI e commoventi che in quegli anni nascevano come nulla fosse, giusto per far scendere in depressione ragazzini di 10anni!
Ma andiamo a dare un occhiata alla storia:
Il padre della piccola Sara possiede ricche miniere di diamanti in India, e iscrive la dolce figlioletta in un esclusivo collegio londinese, gestito dall’arcigna Ms. Minchin. I guai iniziano quando giunge la notizia che il padre è morto e le miniere si sono esaurite: da un giorno all’altro Sara diventa la più misera servetta del collegio, vessata e maltrattata, ma rincuorata dalla vicinanza dei suoi amici che non l’abbandonano mai. Alla fine le sofferenze di Sara verranno compensate dalla scoperta che il suo misterioso vicino di casa, nonchè benefattore, è un socio del padre che la sta cercando per dirle che ha ereditato nuove miniere e che le sue traverse sono finalmente finite.

Ma PORCA TROIA però quante ne dovrà passare la nostra piccola Sara fino a quest’atteso fonale! Picchiata, sfottuta, fatta lavorare come una schiava, ma la sua forza d’animo è straordinaria, riuscendo così a sopportare quella BASTARDA della Minchin, o quei due stronzetti di Molly e James, per non parlare di Lavinia! Sara è generosa, divide i proprio ridicoli pasti con chi ne ha più bisogno di lei, scopre un mondo, quello dei poveri, fino a quel momento a lei sconosciuto, conserva con cura la sua amata bambola, ultimo ricordo del caro padre defunto, porta una moneta trovata per strada in chiesa, in modo che il parroco la restituisca al leggittimo proprietario, il parroco riesce a convincerla che l’aveva smarrita Dio, facendogliela tenere. Ma tornando in collegio Sara si imbatte in una mendicante, e finisce per comprargli delle pagnottelle calde (oddio quella puntata che trauma!)
Che bambina, che cartone, che pianti da piccolo (che infanzia difficile!)
Grande anche la sigla della D’Avena…come al solito!

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