10 domande a Imma Battaglia da parte di Mauro Cioffari e Saverio Aversa

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Dopo le 10 domande poste a Fabrizio Marrazzo, Mauro Cioffari e Saverio Aversa ne pongono altre 10 a Imma Battaglia, attivista e leader storica del movimento GLBTQ, ex Presidentessa del Mario Mieli, attuale Presidentessa del DiGayProject, fondatrice del Gay Village e da molti quotidiani, purtroppo, ancora oggi etichettata come LEADER DEL MONDO GAY italiano (se stocazzo…).
Questi i 10 quesiti. Risponderà Imma? Magari con un altro paio di “checche isteriche”… chi lo sa.

1) Venerdì 11 settembre il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, facendo visita con la moglie Isabella Rauti al Gay Village, ha dichiarato: “Devo dire che è una bella manifestazione ed è una situazione assolutamente compatibile con la realta’ del quartiere. Appena finita questa edizione si lavorerà per trovare una soluzione che da un lato possa essere positiva per gli organizzatori e, dall’altro lato, che non disturbi e non crei problemi alla cittadinanza”.
Sollecitato dai giornalisti ha aggiunto: “Sono contrario al riconoscimento delle coppie di fatto, ai Dico ed ai Pacs, non tutti i sentimenti umani devono avere un riconoscimento per Legge”.
Ritiene questa risposta un passo avanti per il percorso di emancipazione e di liberazione delle persone omosessuali e transessuali?

2) Il 14 settembre 2008 in una Lettera a “La Repubblica” dichiarava di condividere ogni parola dell’articolo di Francesco Merlo (del 23 agosto 2008) sul vittimismo gay e sul protagonismo mediatico di alcuni autoreferenziali rappresentati del movimento. “Non se ne può più di questo bisogno di urlare una condizione che è normale, non ha nulla di particolare e che, detto seriamente, non subisce alcuna vera discriminazione”. “Tutta la polemica innescata sui giornali non fa altro che aumentare limmagine vittimistica delle persone LGBT”.
Alla luce dei recenti episodi di omofobia e di transfobia che sempre più spesso vengono denunciati ritiene ancora che nel nostro Paese la condizione delle persone GLBTQ sia “normale”?

3) Il Sindaco Alemanno ha promesso una sede fissa per la manifestazione Gay Village (+ telecamere), isola pedonale in Via di San Giovanni in Laterano (+ telecamere).
Come possono contribuire, proposte del genere, alla soluzione del problema della visibilità e della vivibilità, della discriminazione, dell’intolleranza, del pregiudizio, della mancanza di riconoscimenti giuridici e normativi? Non pensa che tali proposte diano solo garanzie ai commercianti piuttosto che ai cittadini GLBTQ?

4) La società italiana vive, da anni, un profondo colfitto di interessi tra l’amministrazione della cosa pubblica per il bene di tutti (Politica) e l’amministrazione dei propri beni privati (Affari).
Non crede che anche all’interno del variegato Movimento GLBT ci sia chi ha anteposto o antepone i propri affari privati agli affari pubblici?

5) Alle elezioni europee del 2009 è stata candidata nelle Liste di “Sinistra e Libertà”, formazione nata dall’incontro di più culture politiche (sinistra DS che non si è riconosciuta nel PD, Verdi, parte di Rifondazione Comunista e socialisti dello Sdi). In una video intervista dichiarava di aver accettato la candidatura per “sostenere il progetto di Sinistra e Libertà e per sostenere la leadership di Nichi Vendola”. Nella stessa intervista aggiungeva: “è fondamentale che la politica torni a dei valori. La politica è impegno civile”. “Non è accaduto nulla da PACS a CUS a DICO”.
Cosa ne è oggi del suo impegno per il progetto di Sinistra e Libertà? Quali sono i valori in cui, oggi, si riconosce?

6) A seguito degli episodi di discriminazione, avvenuti nei confronti delle persone GLBTQ dal Nord al Sud D’Italia, nella Capitale, omosessuali, transessuali e liberi cittadini si sono auto-organizzati, attraverso la “rete”, dando vita, lo scorso 28 agosto 2009, ad un vero e proprio micro-Pride.
La prima fiaccolata, da via di San Giovanni in Laterano al Campidoglio, ha visto la partecipazione di un centinaio di persone. Alla seconda fiaccolata, alla quale abbiamo visto sfilare anche lei, il 4 settembre 2009, hanno partecipato circa 3000 persone. Il terzo evento, venerdì 11 settembre, si è tenuto in Piazza Navona. Un microfono “aperto” a chiunque volesse esprimere un’opinione. Venerdì 18 settembre l’appuntamento è per un presidio in Piazza Montecitorio.
“WE HAVE A DREAM”, dichiarano gli organizzatori dal loro gruppo FaceBook, “nasce al di fuori di ogni formazione politica o realtà associativa in coincidenza con una ricorrenza casuale ma molto particolare. Nello stesso giorno del 1963 ci fu a Washington la marcia per il lavoro e la libertà dei neri americani e in quell’occasione Martin Luther King pronunciò parole ormai storiche: I HAVE A DREAM”. Un movimento dal basso al quale si partecipa senza bandiere di partito e/o di associazioni. Semplicemente con i propri corpi, con le candele e con la bandiera rainbow (unica bandiera che tutti accomuna).
Le rivendicazioni di WE HAVE A DREAM, sono le stesse dei Pride organizzati ogni anno nel nostro Paese (Legge contro le discriminazioni, Legge sulle Unioni Civili, riconoscimento della “piccola soluzione”).
Cosa ne pensa di questo movimento spontaneo? Ritiene che le richieste avanzate siano legittime?

7) Nel 2000, da Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli” fu tra i protagonisti nell’organizzazione dell’evento “Rome World Pride”. Perchè oggi, come in più occasioni ha dichiarato, non ritiene più utile lo “strumento” Pride per rivendicare diritti?

8) Da protagonisti della stessa storia ricordiamo che l’idea del Villaggio Gay nacque proprio durante l’organizzazione del Pride del 2000 e la prima realizzazione fu a ridosso del Circo Massimo (accanto al roseto comunale).
Oggi il Gay Village è una vera e propria organizzazione commerciale che produce e propone eventi culturali, aggregativi e di massa che però sembrano sostanzialmente non contribuire a cambiare la società che sembra inglobare e neutralizzare come un ghetto questo luogo e le sue potenzialità.
Lei è soddisfatta di questa sistuazione o è disposta a mettere in discussione le finalità del Gay Village?

9) Qualche mese fa il sito gay.tv titolava “Licia Nunez, la donna misteriosa tra Berlusconi e Imma Battaglia” e raccontava che la signora Nunez, coinvolta nel Bari-gate con Giampaolo Tarantini, era legata sentimentalmente e con ogni probabilità, alla leader lesbica di Digayproject Imma Battaglia. Può dirci se si tratta soltanto di gossip senza alcun fondamento di verità oppure se questo legame privato, ove confermato, è in qualche modo collegato alla sua dichiarazione “Fino a pochi giorni fa mi davano candidata con Berlusconi”?

10) Fra i suoi sostenitori c’è chi dice che non tutto il male viene dalla destra con la quale, come ha confermato lei in numerose occasioni, si deve dialogare e cercare alleanze perché i diritti civili sono trasversali agli schieramenti politici. Lei ritiene che fra i violenti che discriminano e aggrediscono fisicamente con botte e coltellate le persone lgbtq ci siano anche soggetti sostenitori delle politiche della sinistra? Pensa che così come esiste un personaggio detto “Svastichella” esista anche un personaggio corrispondente a sinistra e che, paradossalmente, sia detto “Falceemartelletto”?

La ringraziamo anticipatamente per le risposte che vorrà fornirci.
Cordiali saluti,

Mauro Cioffari
Saverio Aversa

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