#Sanremo2015 – i 5 Festival della mia vita: parte 2

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Dal 1991 al 1996.
Prosegue la mia ‘listina’ dedicata ai 33 anni di Sanremo vissuti sulla mia pelle, con 5 Festival su tutti da ricordare, ovviamente per i motivi più disparati.
Dopo i Tazenda di ieri, infatti, si sale negli anni e si cambia prospettiva, e il tutto per merito di… Antonio Ricci.

– Festival di Sanremo 1996: quarantaseiesimo Festival della Canzone Italiana.
Da poco 14enne, vivo il Festival condotto da Pippo Baudo, dal monociglio della zinnona Sabrina Ferilli e da Valeria Mazza con la solita gioia di un poppante gay a cui hanno regalato il Dolce Forno.
Per me Sanremo è Sanremo, è l’istituzione televisiva nazionale e nessuno riuscirà mai a convincermi che è in realtà ‘tutto pilotato’.
Ma tutto cambia il 19 febbraio di quell’anno, quando Striscia la Notizia, in quegli anni acerrima nemica di Pippo e del carrozzone festivaliero, da’ vita allo scoop degli scoop.
Ricordo perfettamente quel che accadde. Era da un paio di stagioni che il Tg satirico di Canale 5 picchiava duro contro il Festival, tanto da dedicare l’intera settimana di trasmissioni solo ed esclusivamente a Sanremo. Per smontarlo, pezzo dopo pezzo.
Riuscendo nell’impresa proprio quell’anno. Perché la prima sera del Festival, ancor prima che Baudo spuntasse fuori dal palco dell’Ariston, Enzo Iacchetti, su Canale 5, recitò un ‘acrostico’ apparentemente insignificante, annunciando che avrebbe fatto un film “con Rosa Fumetto, Lino Banfi e Vince Tempera”.
Ebbene leggendo di seguito i nomi di battesimo dei tre protagonisti si ricavava la frase “Rosalino Vince”, dove Rosalino sta per il nome di battesimo di Ron, vincitore della kermesse canora. Ora, vero è che Strisca aveva fatto ancor di più nel 1990, quando annunciò il podio pochi minuti prima della finale (Pooh, Cutugno, Minghi-Mietta) e nel 1995, quando annunciò il trionfo di Giorgia, ma in questo caso il colpo fu micidiale perché nessuno avrebbe puntato un soldo su Ron, accompagnato da Tosca e finito davanti ad Elio e le Storie Tese e alla meravigliosa Strano il mio destino. Solo 11esimo Zarrillo con L’elefante e la farfalla, mentre Syria trionfava tra i giovani con Non ci sto.

 

L’anno dopo, edizione storica per la folle vittoria dei Jalisse, Iacchetti e Ricci si ripeterono grazie ad un altro tormentone semi-criptico, annunciando che avrebbe vinto “Micio micio bau bau”. Settimane prima proprio i Jalisse, in un’intervista, avevano scherzato sull’assurdità del proprio nome sottolineando come avrebbero potuto chiamarsi anche “Micio micio bau bau”.
Ecco, in quel  febbraio del 1996 cadde un totem per me intoccabile e limpido come l’acqua.
Il Festival di Sanremo, per chissà quanti anni pilotato ad arte e deciso ovunque tranne che sul palco dell’Ariston.
Un’amara verità per un adolescente cresciuto a pane e Festival letteralmente scosso da ciò che tutti, più o meno, da tempo sapevano.
Fu di fatto il mio vero ‘trauma’ da ‘Babbo Natale non esiste’.

To be continued…

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