Marco Carta e il coming out: ‘Non potevo più accettare di mentire, mi piacerebbe sposarmi e adottare’

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”Non potevo più accettare di non essere sincero, al cento per certo, con chi mi segue. Deve sapere che io, sia quando canto che quando scrivo, comunico meglio di quando parlo e solo attraverso la musica ho trovato il coraggio di essere me stesso. Erano un paio d’anni che volevo farlo, ma poi, chi mi gestiva, mi invitava sempre a pensarci bene e così, il mio entusiasmo, andava ad affievolirsi. I miei discografici volevano solamente tutelarmi e sono più che certo che il discorso relativo al calo delle vendite, non sia mai stato minimamente preso in considerazione. Il mio compagno è stato molto contento. Lui non fa parte del mondo dello spettacolo, è ben lontano da certe dinamiche e deve sapere che la sera prima della diretta è venuto a dormire da me per tranquillizzarmi. Nonostante fossi convinto di quello che avrei fatto il giorno dopo, avevo un po’ d’ansia..
Sono favorevole alle adozioni e non sa quanto mi piacerebbe poter adottare. Anche se poi, vista la mia infanzia, rischierei di essere troppo protettivo e amorevole. Ho perso i miei genitori quando ero ancora un bambino e oggi sogno una famiglia tutta mia. Chissà: magari un giorno mi sposerò anche io, ma per ora è troppo presto”.

Intervistato da Alessio Poeta (QUI TUTTA l’Intervista) per Gay.it, Marco Carta è così tornato sull’ormai celebre coming out, diventato realtà da Barbara d’Urso, ammettendo di conoscere SOLO UN collega attualmente ‘costretto’ a nascondere la propria omosessualità: “La verità è che come non lo dicono agli altri, non lo dicono nemmeno a me. Mi piacerebbe che nella musica ci fosse maggiore condivisione, anche tra artisti, ma ahimè non è sempre così”.

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