Sport Week, primo storico bacio tra due atleti gay sulla cover di un magazine italiano

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Un numero epocale, quello in uscita di Sport Week, magazine settimanale della Gazzetta dello Sport.
Sabato 11 luglio, infatti, sulla copertina della rivista troneggerà il primo storico bacio gay tra due atleti gay, due giocatori di Libera Rugby Club, la prima squadra di rugby gay-friendly d’Italia.
Mai una rivista nazionale aveva fatto tanto.
‘Chi ha paura di un bacio?’ è il titolo a caratteri cubitali del prossimo numero di Sport Week, quasi 460.000 copie di tiratura.
Lo scatto è stato realizzato il 13 giugno a Milano, quando all’Arena Civica IDP Italian Classic XV, che riunisce gli ex internazionali azzurri, ha sfidato la prestigiosa selezione New Zealand Invitation XV, formata da ex giocatori All Blacks.
All’evento, dal titolo “Le leggende del Rugby a Milano”, grazie al sostengo di Althea aveva partecipato anche LIBERA, che per la prima volta aveva potuto misurarsi su un terreno così blasonato, al fianco di campioni internazionali, e portare il proprio messaggio al grande pubblico attraverso lo sport considerato più ‘macho’, ma anche più leale.
Una giornata molto importante, veicolata dalla campagna #liberatutti promossa da Althea che ha avuto una grandissima visibilità sui social (oltre due milioni di persone tra web e i vari social utilizzati) e che ha sensibilizzato sul valore unificante e egualitario dello sport con video, foto,
Se all’estero esistono da tempo squadre di rugby gay anche molto forti e popolari e varie federazioni internazionali si sono ufficialmente dichiarate a favore dell’inclusività e contro ogni forma di omofobia, in Italia questo ‘outing’, veicolato dal quotidiano sportivo più importante d’Italia è una vera novità, un passo avanti molto importante per la definitiva accettazione della ‘diversità’ e del rispetto che è dovuto a tutte le scelte.
Durante l’evento Marcello Cuttitta, presidente di Italian Rugby XV e famoso ex nazionale italiano si era espresso a favore della presenza di Libera: “Siamo felicissimi di ospitare Libera Rugby Club perché lo sport non ha razza né colore. Non ci sono differenze, siamo tutti rugbisty”. Punto.

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