Orange is the New Black 3, stagione disastrosa – come ti rovino una serie

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Insieme ad House of Cards Orange is the New Black è stata la serie che ha sdoganato NETFLIX agli occhi della critica, aiutandola a diventare il colosso seriale che è oggi.
Nata come ‘comedy’ e diventata con il tempo ‘drama’, la creatura ispirata alle memorie di Piper Kerman è subito esplosa grazie ad una prima stagione abbagliante, per poi trovare conferma con la seconda, più matura e variegata nel presentare più carcerate possibili. Con la 3° stagione ci si attendeva il ‘botto’ definitivo, e invece abbiamo assistito al crollo. Inatteso e inspiegable, perché le 14 puntate caricate on line ad inizio giugno da Netflix hanno di fatto rotto il giocattolo.
Tolta la prima emozionante puntata dedicata alla Festa della Mamma, Orange is the New Black 3 ha presto preso la strada dell’assurdo, mandando al macero personaggi meravigliosi, di fatto spariti dal giorno alla notte.
Via la guardia John Bennett, fuggito perché spaventato dall’impossibilità di crescere il figlio avuto con la detenuta Daya; via la splendia Nicky, mandata in isolamento; ed infine via anche Sophie, mandata a sua volta in ‘isolamento-protezione’ perché vittima di transfobia.
Altri personaggi, poi, sono andati incontro ad evoluzioni nette e illogiche. Big Boo è diventata dolce e protettiva; Pennsatucky, nella seconda stagione ultra-cattolica anti-abortista pazza assassina, si è rifatta i denti e si è tramutata in una santa; Alex Vause ha perso il senno perché accecata dall’ansia di essere ammazzata; Red ha divorziato di punto in bianco ed ha iniziato a flirtare con Healy; ed infine lei, Piper Chapman, la ‘vera’ protagonista dell’intera serie, andata incontro allo stravolgimento più atroce. Perché di punto in bianco diventata delinquente contrabbandiere nonché abnorme testa di minchia. Roba da fartela odiare. Tutto questo tra nuove guardie deficienti, vecchie guardie in sciopero, cambi di proprietà della prigione, detenute diventate ‘venerate santone’ e/o scrittrici porno/chic e/o adepte dell’ebraismo, senza che nulla di eclatante, o quasi, succedesse realmente.
14 puntate buttate, sprecate, per non dire stuprate rispetto alle precedenti 27, meritatamente accolte da applausi, riconiscimenti ed entusiastiche critiche.
Se non fosse che tutti, prima o poi, scivolano via. Aspettando Orange is the New Black4.

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