Francesco, la canzone sull’amore gay del lettore Francesco Annunzi

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Francesco Annunzi è un lettore del blog, ha scritto e interpretato una canzone sull’omosessualità, sulle difficoltà nell’accettazione di sé e sull’aprirsi con gli altri, a causa anche dell’influenza che può avere un pensiero improntato sulla religiosità e su un forte senso della morale, il tutto messo in discussione una volta che si fronteggia per la prima volta l’amore, quello vero.
Chitarra e voce. Perché non pubblicarla, mi son detto.
E allora buona ascolto.

Vogliate scusarmi
se per cercare di esser uomo
lo sono stato meno
e non per il timore
di non essere compreso
ma inseguendo fantomatici clichè
che ammazzano la libertà
e hanno ammazzato me.

Se pure la pioggia si porta con sé
ritagli di sostanze ignote
un po’ come il peso che porto con me
ma non lo posso poggiare, io.

Perché è impossibile lasciarsi andare
quando non si può dire.

Ma lasciami parlare ancora un po’, Francesco
e fammi sentire come si sta bene, che io
non lo sento ormai da tanto questo stare bene, io
non riesco a fingere di non sapere.
Lasciami godere ancora un po’, Francesco
delle tue attenzioni, delle tentazioni che ho.
E nonostante io lo sappia che non c’è alcun male, ho
solo poca confidenza col mio cuore.

Possiate perdonarmi
se malgrado il mio implacabile bisogno
di sincerità
perso tra le forme femminili e linee androgine
abbia dimenticato di informarvi.
Attratto dall’ambiguità
di un corpo nudo senza età
di una appena accennata
mascolinità.

Mi hanno insegnato che fosse un errore
ho paura di sbagliare
e di far male non a me,
ma a voi che mi ascoltate.
Ma in fondo un uomo che cos’è
una creatura del signore
piena d’istinti e di paure
o forse è la patetica ossessione
di fingere di non soffrire?

Ma lasciami parlare ancora un po’, Francesco
e fammi sentire come si sta bene, che io
non lo sento ormai da tanto come si sta bene, io
non riesco a fingere di non sapere.
Lasciami godere ancora un po’, Francesco
delle tue attenzioni, delle tentazioni che ho.
E nonostante io lo sappia che non c’è alcun male, ho
solo poca confidenza col mio cuore.

E me ne rendo conto solo ora
che dovrebbe essere naturale.
Senza paura di capire.
senza paura di amare.
E me ne rendo conto solo ora
che dovrebbe essere normale.
Senza paura di capire.
senza paura di amare.

Senza paura di sentire.

Ma donami la tua virilità, Francesco
e fammi arrivare laddove si muoia di noi
perchè avrei voluto almeno qualche volta dire noi,
e non me ne frega un cazzo delle storie.
Sei solo un ragazzo amore mio, Francesco
e non ho paura di farmi vedere oramai,
lasciando quella maschera, non l’ho vissuta mai.
Prendendo confidenza col mio cuore.

Vogliate scusarmi,
se nel cercare di esser vero
sono stato un uomo, per davvero.

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