L’incitamento all’odio secondo Facebook: Hitler omofobo sì, bacy gay no

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Mark Zuckerberg mi sono rotto il cazzo di ripetere sempre le stesse cose.
Ma abbiamo un problema. Ed è arrivato il chiaro momento di risolverlo.
Cancellare i baci gay da Facebook per poi approvare immagini come quella che vede Hitler ‘truccare’ un campo di concentramento, facendolo così passare per Gay Village, è inaccettabile. E inconcepibile. Eppure dinanzi alla pioggia di segnalazioni di queste ultime ore la foto, così come la becera pagina nazista che l’ha pubblicata, ancora lì sta. Intoccabile. Condivisa e travolta da schifosi e criminali ‘mi piace’. Specchio di una parte sempre più minoritaria del Paese che non cede sui diritti e sul cambiamento epocale a cui andrà incontro la società italiana grazie alle fantomatiche unioni civili tra persone dello stesso sesso promesse da Matteo Renzi. E qui cade un’altra triste pagina di giornata, ovvero l’attacco omofobo alla sede romana del DiGay Project, con lanci di escrementi, cassette di legno, bastoni e ortaggi, al grido ‘vi diamo fuoco, froci di merda: meritate di morire‘. Segno che le bestie fasciste sono ancora tra noi, presenti e violente, soprattutto in un periodo di cambiamenti come questo. Ecco perché persino ai sempre più ‘presenti e importanti’ social network è doveroso chiedere attenzione. E un minimo di decenza. Cazzo.

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