#BoicottaBarilla e lo spot che ci piacerebbe tanto vedere – lettera a Guido Barilla

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Caro Guido (Barilla),
chiarisco subito: per me, nelle Sue pubblicità, può metterci quello che vuole. Gli eterosessuali, le galline, persino Banderas. Quello che non mi piace, però, è l’esternazione di quello che per Lei è o non è famiglia.
Il giudizio, ecco, quello potrebbe risparmiarcelo.
E avrebbe dovuto farlo, in quanto, quando si ha una ruolo importante come il Suo, certi pensieri bisogna saperli controllare. Se non altro, perché non sa, se io e il mio compagno mangiamo pasta Barilla da otto anni, capisce? Ovvero da quando è cominciata la nostra convivenza, da quando, al contrario di quello che sostiene Lei, siamo diventati una famiglia.
Pazienza, se da oggi acquisteremo un altro marchio, tanto, a quanto pare non Le interessa, non solo come persona, ma come imprenditore.
Però una cosa voglio dirgliela lo stesso. La pubblicità di una famiglia ideale io me la immagino così: due genitori, due figli, un ragazzo e una ragazza, magari adolescenti: è domenica e c’è una grande tavola apparecchiata. Magari il campanello suona e dietro la porta c’è un altro ragazzo. Quell’altro ragazzo entra, sono tutti pronti per il pranzo, si scambiano qualche abbraccio, quando ha finito i saluti si siede a fianco al compagno e gli dà un bacio. C’è tenerezza in quel gesto, c’è una famiglia pronta ad amare un figlio per quello che è, non per quello che persone come Lei vorrebbero imporci come tradizione, o peggio ancora, come valore.
Vede, per me la vera famiglia è questa: fatta da persone che insegnano ad amare senza pregiudizio.
A quel punto manca solo una cosa, l’inquadratura si stringe sui sorrisi dei presenti, magari, in sottofondo, c’è anche un pezzo di quel pianista che Le piace tanto: Cacciapaglia, così ci viene pure la pelle d’oca per l’emozione.
Poi, arriva la pasta: spaghetti con il sugo e una foglia di basilico sopra per mettere tutti d’accordo.
Solo che quella pasta, Signor Guido, evidentemente, non è Barilla.

Lettera scritta da Roberto Pellico, che non potevo proprio evitare di condividere.

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