Call me Kuchu: arriva il documentario sui gay d’Uganda

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Call me Kuchu è un documentario che si propone di raccontare la realtà del movimento LGBT ugandese. Le vessazioni, le persecuzioni e i crimini d’odio che vengono perpetrati ai danni degli omosessuali che in quel paese si trovano a vivere. Un lettore, che mi ha fatto conoscere Call me Kuchu tramite mail, ha assistito alla proiezione in un cinema di periferia, a Brescia. Protagonista del documentario (visto al Festival di Berlino) è David Kato, uno dei maggiori attivisti del movimento LGBT che proprio durante le riprese è stato barbaramente ucciso. Sua mamma sarebbe dovuta essere presente, a Brescia, per commentare la proiezione e partecipare al dibattito che ne sarebbe seguito, ma purtroppo è stata minacciata pesantemente e non ha potuto lasciare il paese.
Per Stefano, che mi ha scritto queste sue impressioni, la visione del film è stato un pugno nello stomaco, condito da lacrime agli occhi e profonda indignazione.
Sono uscito da quel cinema distrutto. Credo possa essere un bene rendere partecipe la comunità del tuo blog circa l’esistenza di questo splendido lavoro perché, come sai bene, c’è chi rischia ogni giorno la vita rivendicando semplicemente il proprio diritto di “ESISTERE” e la propria voglia di “AMARE“.
Parole semplici ma meritevoli di attenzione, quelle di Stefano, a cui non potevo che dedicare questo spazio.
Nella speranza che Call me Kuchu, anche in omaggio al povero David Kato, non muoia in qualche cassetto distributivo.
Vogliamo vederlo. Fatelo girare. Per aprire gli occhi a chi ‘non crede’ nell’esistenza e nella pericolosità dell’omofobia, e per non dimenticare.

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