Crazy, Stupid, Love: Recensione in Anteprima

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Crazy, Stupid, Love
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: venerdì 16 settembre
Da ME pubblicata su CINEBLOG.it

Troppo intelligente e troppo poco volgare. Perché se l’estate americana del 2011 verrà ricordata come quella del boom delle commedie sboccate, e vietate ai minori, ecco poi arrivare Crazy, Stupid, Love, atteso ritorno in sala del duo Glenn Ficarra/John Requa, 24 mesi dopo il sottovalutato e boicottato I Love You Phillip Morris. Se il film non ha incredibilmente sbancato i box office d’America, arrivando ai 100 milioni worldwide, c’è infatti solo e soltanto che da sottolinearne l’evidente ingiustizia. Perché Crazy, Stupid, Love è una delle commedie romantiche più riuscite degli ultimi anni.

Divertente ed irriverente, ma mai sboccato e ricco di colpi di scena, il titolo della Warner vede tornare Ficarra e Requa a quell’amore già toccato con mano due anni fa, e qui rivisto e corretto in chiave generazionale. Perché l’amore non ha età, tanto da ruotare attorno ad un cast maledettamente in palla, capitanato dal solito impeccabile Steve Carell, qui in veste anche di produttore, e da una serie di ‘comprimari’ extra-lusso.
Cal Weaver è un uomo apparentemente tranquillo e felice. Ha un buon lavoro, una bella casa, una moglie adorata e una famiglia di cui vantarsi. Se non fosse che l’amata moglie chieda improvvisamente il divorzio, mandando in fumo la sua vita ‘perfetta’. Totalmente spaesato ed incapace di riprendersi dal dolore, Cal viene aiutato da un aitante trentenne, ricco e affascinante, incontrato al tavolo di un bar. Capendo così che non è il solo ad avere bisogno d’amore….

Sceneggiatori dell’indimenticato Babbo bastardo, Glenn Ficarra e John Requa due anni fa hanno provato il salto in cabina di regia, facendo centro. Perché anche se scandalosamente boicottato dalla produzione statunitense, il loro Colpo di fulmine – Il mago della truffa non fece altro che confermare le innegabili qualità registiche dei due, chiamati ora all’esame di maturità. Perché Crazy, Stupid, Love riporta la commedia romantica americana, negli ultimi mesi apparsa sempre più sboccata e becera, su binari più ‘qualitativi’ e decisamente interessanti. Tutto questo grazie allo script di Dan Fogelman, sorprendentemente intrigante, tagliente e spassoso, ma senza mai cadere nella volgarità gratuita, con tanto di finale ’strappalacrime’ che farà piacere ai palati più romantici.

Giocando con più personaggi e soprattutto con più fasce d’età, Fogelman riesce a portare sullo schermo le varie facce dell’amore, che quando colpisce fa male, tanto da lasciare sempre il segno. Aiutati da una serie di dialoghi estremamente esilaranti e soprattutto mai eccessivamente banali, Ficarra e Requa hanno poi completato l’opera, grazie ad una regia incisiva, avvolgente, capace di illuminare uno script già di suo frizzante, e reso ancor più interessante da un cast ben assortito. Dinanzi ad un impeccabile Steve Carell troviamo infatti un sempre più lanciato Ryan Gosling, chiamato ad indossare i panni di un ‘maestro del rimorchio’ dal fisico perfetto, il sorriso ammaliante e il bacino martellante. Un vero e proprio stronzo, nato per far sesso, che Gosling riesce addirittura a rendere simpatico. Ai due protagonisti maschili si affiancano poi tre donne di caratura più che apprezzabile. Perché se Emma Stone si fa strada pian pianino, concedendosi un autentico colpo di scena nel finale, Marisa Tomei stupisce, grazie ad una piccolissima ma divertentissima parte che la trasformerà in una professoressa alquanto irascibile, per poi arrivare a lei, Julianne Moore, madre ‘traditrice’ con crisi da mezza età che presa dal panico dice addio al marito e all’amore di una vita. Per poi pentirsene…

Senza dimenticare quelle imperdibili chicche di sana cattiveria che contraddistinguono ormai il loro cinema, Ficarra e Requa finiscono in definitiva per confezionare una commedia quasi perfetta, forse troppo lunga e paradossalmente troppo poco ‘cattiva’, soprattutto nel caramelloso finale, alternando risate e lacrime, come sempre più raramente accade. Perennemente musicato, con oltre 30 canzoni nella variegata colonna sonora, che spazia da Dirty Dancing a David Byrne con The Must Be The Place, canzone che ha dato il titolo al prossimo Paolo Sorrentino, Crazy, Stupid, Love riporta felicemente l’incredulo spettatore a quel tipo di commedia che ad Hollywood ultimamente avevano totalmente dimenticato. Conquistando, tanto da meritarsi un sonoro applauso.

Voto: 7,5

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