Alfonso Signorini risponde alle polemiche su Ambra Angiolini

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Se poche ore fa è arrivata la replica piccata e diretta di Ambra via Vanity Fair, ecco ora arrivare quella di Alfonso Signorini via CHI, in edicola domani.
Continua la ‘guerra’ mediatica tra l’ex bimbetta di Non è la Rai e il Signorini nazionale, sempre più direttorissimo e a dir poco SFACCIATO (per non dire altro).
Leggere per credere:

Di solito non rispondo alle polemiche. So che le chiacchiere sterili e le provocazioni che si sollevano sul mio conto o su quello che faccio sono il prezzo da pagare alla popolarità e al successo. E, ogni volta, ne rido, consapevole che a nulla serve combattere contro l’invidia di chi ci circonda. Preferisco concentrare le mie energie su qualche cosa di più costruttivo.

Se vengo meno alle mie abitudini, è solo perché c’è una polemica più sterile delle altre che è scoppiata qualche giorno fa: secondo i soliti Soloni, “Chi”, la scorsa settimana, ha pubblicato in copertina lo scoop di Ambra Angiolini tra le braccia del collega Pier Giorgio Bellocchio per una nostra vendetta nei confronti dell’attrice che, qualche settimana prima, era andata ospite di Santoro ad Annozero a rivendicare la sua dignità di donna offesa dall’edonismo berlusconiano. Lo so, certe idiozie si commentano da sole. Ma lasciatemi aggiungere qualche considerazione.

1) Mi viene da ridere al pensiero che Ambra Angiolini, considerata fino a qualche anno fa emblema della tv trash formato lolita, possa essere diventata d’un tratto icona della sinistra, semplicemente perché si è presentata in un programma di sinistra a parlare male di Berlusconi. Basta davvero così poco? Un film di Ozpetek e qualche sermone? Mah.

2) Da mesi ormai Villa San Martino, la residenza privata (e sottolineo “privata”) di Silvio Berlusconi, è sotto i riflettori di tutta la stampa italiana: quello che sarebbe successo (e sottolineo “sarebbe”) tra le mura di Arcore ci è stato raccontato in ogni dettaglio fino alla nausea. Mura ricche, patrizie finché si vuole, ma pur sempre mura private. Nessuno ha trovato niente da ridire, pur su un caso di palese invasione della privacy come questo.

Ma allora per quale ragione quel che un’attrice (dunque un personaggio pubblico) fa (e sottolineo “fa”) sul marciapiede del centro di Roma o sugli scogli di Crotone davanti agli occhi di tutti diventa per questi stessi signori d’un tratto impubblicabile? Ficcare il naso in casa degli altri sì e guardare quel che succede alla luce del sole no? Mah.

3) Francesco Renga ha definito “sciacalli” chi, come me, ha voluto gettare un’ombra sulla sua meravigliosa storia d’amore. Che si tranquillizzi. Il senso della mia vita non è certo quello di gettare ombre sulla vita di nessuno. Certamente le foto pubblicate sul giornale che faccio rappresentano uno scoop e le ripubblicherei di nuovo domani mattina.

“Chi” non è National Geographic, né Newsweek, né Famiglia cristiana: con gli amori che nascono e che finiscono (corna comprese) ci campa. Renga se ne faccia una ragione. Risolva piuttosto la questione con la sua compagna: immagino che, di fronte a certe immagini, qualche cosa da dire tra loro ci sia.

Anche se siamo sicuri che Ambra si sarà precipitata a pontificare su altri giornali sulla sua lesa maestà. Questo poco ci importa. Noi continueremo a fare il nostro lavoro, che si tratti di Ambra, di Antonella Clerici (a proposito, avrà partecipato anche lei a Ballarò o ad Annozero?) o di qualsiasi altro personaggio pubblico. Amen.

Cosa ne viene fuori da questo straordinario e surreale editoriale MINZOLIANO? Che siamo praticamente tutti comunisti, che Silvio Berlusconi non ha fatto nulla, che nel caso in cui avesse fatto qualcosa si tratterebbe comunque di violazione della privacy (prostituzione minorile compresa? Ma me cojoni), che le polemiche nate non sono dipese dal preciso taglio maliziosamente dato e dal contenuto dell’articolo, bensì dalle foto pubblicate, e che Ambra, semplice madre di famiglia VIP beccata tra le braccia di un altro, può tranquillamente essere paragonata a Silvio Berlusconi, semplice Presidente del Consiglio accusato di concussione, prostituzione minorile, bunga bunga presidenziali e autentici provini ‘politici’ fatti a 90°, con cui fare eventualmente carriera, su cui vige il PERENNE cappello della privacy, possibili e contestati reati compresi.
Chapeau.
Quando si dice avere la faccia come il culo.

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