Oscar 2011: ovvero come incoronare un anno da DIO per il cinema

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Domenica notte scoccherà l’ora degli Oscar. 
Un 83° edizione sulla carta STRAORDINARIA, perché raramente come nell’ultimo anno abbiamo visto film così belli, appassionanti, coinvolgenti, emozionanti.
Detto che farò ovviamente nottata per spararmeli in diretta, i 10 titoli candidati per il riconoscimento più ambito, ovvero quello relativo al Miglior Film, sono tutti di caratura superiore alla media. Tutti, nessuno escluso. Quali i miei personalissimi giudizi sui 10 titoli? Questi:
I Ragazzi Stanno Bene: visto al Festival del Cinema, me ne sono immediatamente innamorato. Perché ci ritroviamo dinanzi ad una famiglia apparentemente felice, con due figli, lavori appaganti, una bella casa, perenni sorrisi e gli immancabili scheletri nell’armadio a rovinare l’apparenza. Se non fosse che quella famiglia è gay, con due madri lesbiche, a sottolineare con forza e orgoglio l’assoluta ‘normalità’ di una famiglia rainbow, ne’ migliore ne’ peggiore di una famiglia eterosessuale. Semplicemente ‘uguale’. Bening sublime, Moore splendida. Seneggiatura tagliente. Una delizia.
Voto: 7,5
Un Gelido Inverno: girato con una manciata di milioni di dollari, in digitale, attori più o meno poco noti, in un’America sconosciuta ai più, violenta, povera, dove nessuno guarda in faccia nessuno, e con un’adolescente costretta a cercare il corpo del padre morto pur di non rimanere senza una casa, in mezzo ad un gelido inverno a tinte thriller. Pressante, avvincente, teso come una corda di violino, recitato da Dio e coraggioso nel raccontarsi, è sicuramente il film indipendente dell’anno.
Voto: 8,5
Inception: conturbante, criptico, ammaliante, è il mondo del blockbuster che incontra quello del cinema d’autore, grazie al suo geniale padre, ovvero quel Christopher Nolan che ormai da anni si è messo contro l’intero sistema produttivo hollywoodiano, tanto da ricevere in cambio un’ormai accertata antipatia da parte dell’Academy. Monumentale dal punto di vista tanto visivo quanto di scrittura, è l’ennesima dimostrazione registica di un uomo che dal suo esordio non ha più sbagliato un colpo. DiCaprio ancora una volta sugli scudi, bellissima Cotillard. Sceneggiatura originale memorabile. Indimenticabile.
Voto: 9-
Toy Story 3: ovvero come chiudere un cerchio nel migliore dei modi possibili. Emozionante come pochi altri cartoon visti in sala negli ultimi anni, è riuscito nell’impresa di far partorire l’ennesimo capolavoro ai geni animati della Pixar. Superiore al secondo, che già di suo era riuscito ad essere superiore al primo. Stupendo.
Voto: 8,5
127 ore: dalle baraccopoli indiane di The Millionaire al canyon americano di James Franco. Scelta apparentemente insensata ma in realtà straordinariamente riuscita per Danny Boyle, riuscito a rendere perfettamente l’agonia, realmente vissuta, di un giovane atleta rimasto con il braccio bloccato sotto un enorme masso per 127 ore, nel mezzo del nulla. Inizialmente psichedelico, con 5 minuti iniziali da antologia, il dramma si fa spazio tra intensi e dolorosi primi piani di un James Franco sempre più bravo. 
Voto: 8

Il Grinta: ovvero come omaggiare il western, rifacendo un classico da reinventare completamente. Toccati tutti o quasi i generi cinematografici possibili, i fratelli Coen realizzano l’ennesimo capolavoro di una carriera ormai leggendaria. Superiore a Non è un Paese per Vecchi e con un Jeff Bridges da Premio Oscar certificato, se non l’avesse già vinto 12 mesi fa con Crazy Heart. 
Voto: 8,5

The Fighter: 35 anni dopo Rocky la boxe maschile torna prepotentemente in corsa per gli Oscar grazie a questo autentico gioiello recitativo, trascinato da un Christian Bale mostruoso e una Melissa Leo d’altri tempi. Straordinariamente credibili le immagini che riproducono gli incontri di boxe, per un film che arriva dritto in faccia allo spettatore.
Voto: 8
The Social Network: visto al Festival di Roma, è l’ennesima dimostrazione di quanto conti una sceneggiatura all’interno di un film. Dialoghi fulminanti, cast inaspettatamente promosso, regia come al solito per Fincher attenta e mai banale, montaggio martellante, ritmo sostenuto e storia incredibilmente interessante, anche se con al centro la nascita di un social network come Facebook.
Voto:9 —
Il Discorso del Re: ovvero il classico film britannico che fa impazzire i parrucconi dell’Academy. Ma qui non siamo sui livelli della ‘fregatura’ Shakespeare in Love, perché Hooper ha costruito un titolo a tratti impeccabile. Tre attori in stato di grazia che fanno a gara per superarsi, ricostruzione storica scenografica impeccabile, script puntuale, preciso e a momenti divertente nel raccontare fatti realmente accaduti, e a tratti tragici per colpa della nascente Seconda Guerra Mondiale. Fotografia, costumi, colonna sonora, montaggio e dialoghi praticamente inattaccabili, per un titolo che nella sua quasi totale  perfezione manca però di toccare quelle corde emotive che lo innalzerebbero a capolavoro. Vincerà probabilmente tutto il vincibile. 12 nomination in tasca. Immeritati gli Oscar per Miglior Film, Regia e Sceneggiatura originale, che quasi certamente farà suoi. Delizioso, ma con il passare delle settimane sopravvalutato.
Voto: 8,5
Il Cigno Nero: scandalosamente fischiato a Venezia, ed uscito praticamente a mani vuote dal Lido per volere di Tarantino, che impose il trionfo della Coppola con Somewhere, dopo attente e sofferte analisi Il Cigno Nero è il MIO film dell’anno. Imperfetto, maledettamente imperfetto, ma semplicemente magnifico. Questo è cinema. Aronofsky balla al fianco di una leggendaria Natalie Portman, tessendo minuto dopo minuto le fila di un thrller che angoscia ed inquieta, finendo per emozionare. Visto due volte, la seconda mi ha entusiasmato meno, probabilmente anche per colpa del pessimo doppiaggio, vera zavorra del cinema nostrano. Conturbante, violento e a tratti visionario, Black Swan ti riavvicina alla magia del cinema, all’occhio della cinepresa che grazie al suo fantastico regista segue passo passo i volteggi della sua protagonista, interpretata da una Natalie Portman mai così bella e brava. Da vedere e rivedere, per far caso ai tanti particolari che lo impreziosiscono e nel suo piccolo lo rendono unico, Il Cigno Nero, vada come vada agli Oscar, è già storia.   
Voto: 9

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