Noi due…

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… per le strade di Londra, mano nella mano.
… a litigare, di brutto, come non avevamo mai fatto, ripetutamente.
… in metro, sugli autobus, sempre solo e soltanto al secondo piano.
… in giro per la città a farci foto ‘alla Amelie’, concedendoci baci davanti la macchina fotografica praticamente in ogni piazza di Londra.
… al supermercato, per la nostra prima spesa insieme.
… a sfondarci di cibo (io soprattutto), mangiando schifezze ad ogni angolo della città.
… e i cookies.
… e il mio inglese stentato e maccheronico, rispetto a quello tuo, praticamente perfetto.
… e il barile di pollo fritto KFC formato famiglia da mangiare con mani unte e bisunte sul lettone.
… e le urla, spesso vomitate addosso all’altro, per incomprensioni varie.
… e i cappuccini, presi ad ogni bar della città, fino ad aver trovato quello PERFETTO, al Cafè Vergnano di Charing Cross. 
… e la Tate Gallery, la National Gallery,  il Victoria & Albert Museum, René Gruau e Dior.
… ed Oval, in zona 2.
… e i dvd e i cd a 3/5 pound. 
… e il solletico infame.
… e il piacere di fare pace dopo aver litigato di brutto, promettendosi “che sia l’ultima volta”, ogni volta.
… a Portobello, di sabato pomeriggio, a divorare churros cantando Portobello Rooooooad.
… e la colazione a letto.
… e la depressione lancinante una volta usciti da Selfridges e Liberty, causa prezzi inarrivabili.
… tra i banchetti ‘punk’ di Camden Town, a smadonnare perché quasi ovunque impossibile pagare con carta di credito, e noi ovviamente senza un penny in tasca.
… ad aspettare con ansia la splendida domenica di Brick Lane, impreziosita dalle ciambelline fritte e imburrate più buone del mondo.
… e i 3 kg che COME MINIMO me so preso in 12 giorni di cibo ESTREMO.
… e lo shopping compulsivo che a Londra ti prende e ti fa tuo ogni 3 metri. 
… e il bengalese maledetto che mi ha inculato 50 pound di ricarica 3 per la chiavetta internet scambiando un ‘fifiteen’ per un ‘fifty’.
… e lo straordinario Fabric, discoteca pazzesca nel suo insieme ma popolata di gente di merda. 
… e gli inglesi, BRUTTI, BRUTTI, BRUTTI.
… e le ragazze londinesi, GALLINE mbriache che a piedi nudi passeggiano per strada di notte con un bottiglione di vodka in mano.
… e gli unici che con stupore guardano due ragazzi baciarsi, ovvero gli italiani.
… e il senso CONTRARIO, che per circa una decina di volte mi ha visto ad un PASSO dalla morte. A Londra si guida a destra, coglione.
… e la frocia Soho, autentico angolo fantascientifico per noi poveri figli dello stivale.
… e il G.A.Y., locale cult (gratuito) per le finocchie londinesi.
… e le insegne dei musical, da ammirare con gli occhioni luccicanti come farebbe un orfanello dickensiano davanti ad una vetrina natalizia infarcita di doni.
… e la stramaledetta sterlina che a noi ‘europei’ ce lo mette ar culo.
… e gli abbracci sotto le coperte.
… e la Carfagna, etichettata dal Guardian come “la BAMBOLA di Berlusconi”.
… e il freddo lancinante al mattino, in quel bagno senza termosifone, in quella vasca troppo stretta per due, tanto da farci congelare.
… e i 3 mesi festeggiati al mio arrivo.
… e le lacrime alla mia partenza.
… e le turbe sul futuro prossimo.
… e l’Inquilino del Terzo Piano di Polansky che non sono riuscito a farti vedere, perché a tuo dire troppo spaventoso.
… e nessun altro puntino da dover aggiungere.
Noi due.
Punto.

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