The Social Network – Recensione in Anteprima

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Festival Internazionale del Film di Roma 2010
The Social Network
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 12 novembre

 

Fischi all’inizio, applausi scroscianti a fine proiezione. Fischi dovuti all’incredibile scelta di proiettare The Social Network doppiato in italiano, ad un “Festival del Cinema”, applausi esplosi dopo due ore di Cinema con la C maiuscola. Perchè questo è The Social Network, è la Hollywood che osa, che sa raccontare storie, che tiene lo spettatore incollato alla poltrona per 120 minuti, riuscendo ad appassionare raccontando la nascita del social network più famoso del mondo. Sembrava impossibile eppure David Fincher è riuscito nell’impresa, realizzando quello che molti critici americani, a ragione, hanno definito il più bel film dell’anno.

A dare forza alla pellicola di Fincher una sceneggiatura da Premio Oscar certificato e praticamente già assegnato, ad opera di Aaron Sorkin, con dialoghi taglienti, inteligenti, mai banali, potenti ed ironici, capaci di mettere sul piatto della bilancia i vari punti di vista dei protagonisti, senza mai prendere realmente posizione, interpretati da un cast sorprendente, con due stelle nascenti su tutte, ovvero un bravissimo Jesse Eisenberg ed uno straordinario Andrew Garfield.

Il miglior film di David Fincher da 11 anni a questa parte, la miglior sceneggiatura dell’anno, e forse sì, la migliore pellicola. The Social Network è quanto di più inusuale ci si possa attendere da una major hollywoodiana come la Sony, pronta ora a raccoglierne i frutti. Tralasciando la veridicità dei fatti raccontati, mai del tutto accertati ed ancora oggi avvolti da mistero e smentite più o meno varie, il film di Fincher racconta la già leggendaria nascita di Facebook, partendo dal presunto motivo che portò Mark Zuckerberg alla sua creazione, ovvero una storia sentimentale andata in fumo. Da quella notte di sbronze il giovane, solitario e poco socievole Zuckerberg partorì l’idea del network che in pochi anni ha cambiato il modo di socializzare attraverso la rete, coinvolgendo centinaia di milioni di persone e dando vita ad un vero e proprio impero economico.

Ma a chi venne l’idea di Facebook, chi lo ideò e finanziò, Mark Zuckerberg, il suo amico di sempre, Eduardo Saverin, o i due gemelli Winklevoss? Dando alla storia uno scheletro da legal-thriller, Fincher ripercorre le vincende che portarono i 4 ragazzi in tribunale, svelandoci passo dopo passo i momenti chiave dell’intera vicenda, fino ad arrivare ai vari assegni strappati da Zuckerberg per ’sistemare’ le cose una volta per tutte. A funzionare in The Social Network è proprio la struttura pensata da regista e sceneggiatore, la serie di intrecci che senza un attimo di tregua incalzano lo spettatore, trascinato dalla più brillante sceneggiatura degli ultimi anni, infarcita di battute pazzesche, da una colonna sonora capace di creare ansia e tensione,  e da un cast di giovani attori che sorprende.

Se Jesse Eisenberg è straordinario nel vestire i panni di un Mark Zuckerberg che “non è stronzo ma che fa di tutto per sembrare stronzo”, ambiguo, cupo, solitario, schietto, cinico ma al tempo stesso fragile, Andrew Garfield è fantastico in quelli dell’amico di una vita, Eduardo Saverin, conquistato e affascinato dall’idea rivoluzionaria di Mark per poi essere tradito dalla sua stessa creatura. A completare il già notevole quadro un Justin Timberlake che sempre più si avvicina al mondo del cinema, migliorando pellicola dopo pellicola, e i due ‘gemelli’ Armie Hammer e Joshua Pence, credibili nella loro aristocratica potenza muscolare e pseudo intellettuale.

Teso come una corda di violino, The Social Network riesce a dar voce ai vari protatonisti della ‘celebre vicenda’, lasciando lo spettatore con l’interrogativo più grande, ovvero quel “cosa è accaduto realmente?” che probabilmente nessuno  scoprirà mai. Navigando con forza tra rivalità, amicizie, club esclusivi, complotti e bugie, Fincher non realizza soltanto ‘un film su Facebook’ ma un fantastico affresco sociale, sulle relazioni che oggi regolano il mondo, reale e non, e sulla solitudine che lo affligge, tra condivisioni e apprezzamenti, sfiorando la perfezione.

Voto: 9

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