Porte aperte ai gay, siamo svizzeri

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110mila euro di finanziamento, per una pubblicità marchiata “ente del turismo svizzero”.
Non siamo nel 2050, in un mondo del futuro che si è finalmente scoperto accogliente, ma nel 2010, in SVIZZERA, dove è partita quest’incredibile campagna pubblicitaria (cliccate qui per scoprire le varie offerte).
“I gay? Hanno doppio stipendio e sono senza figli, e spendono più degli eterosessuali”, sottolineano gli elvetici, quindi perché non accoglierli a braccia aperte, puntando con forza al turismo gay?
Un ragionamento che non fa una piega (e che non appare nemmeno così complesso da intuire), figlio di un paese che dal punto di vista dei diritti c’è avanti un milione di anni (dal 2007 in Ticino i gay possono sposarsi), tanto da costringerci ad arrossire dalla vergogna dinanzi al nostro Berlusconi e alla sua tristissima MAGIC ITALY.

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