Il Maestro e la Pietra Magica: Recensione in Anteprima

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Il Maestro e la Pietra Magica
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 23 luglio
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Il mercato cinematografico Russo è uno dei più ricchi d’Europa. Esploso negli ultimi anni, è diventato uno dei mercati chiave per le grandi major e per i blockbuster hollywoodiani. Partendo probabilmente da questo presupposto, in casa Disney hanno deciso di produrre e distribuire il loro primo film russo. Un fantasy alla vecchia maniera, una vera e propria favola, uscita fino ad oggi solo in patria, fino all’inatteso sbarco in Italia, a partire dal 23 luglio, quando una ventina di copie si divideranno il paese.

Il perché tale progetto arrivi però nella nostra penisola resta un vero e proprio mistero. Il Maestro e la Pietra Magica può infatti tranquillamente ambire allo scettro di titolo più kitsch dell’ultimo decennio. Imbarazzante, per non dire ridicola, la pellicola diretta da Vadim Sokolovsky ‘omaggia’ tanto Il Signore degli Anelli quanto i classici dei fratelli Grimm e La Storia Infinita, fino ad osare l’inosabile con uno specchio ‘televisivo’ parlante che fa il verso all’originale di Biancaneve, anche se per noi italiani il ricordo andrà ad un classico della tv nostrana degli anni 90, un vero e proprio capolavoro assoluto, soprattutto se paragonato a questo scempio cinematografico: Fantaghirò.

Lamberto Bava nel 1991 con i soldi spesi dalla Disney per questo Il Maestro e la Pietra Magica c’avrebbe probabilmente vinto 12 Oscar, un Nobel e un Telegatto. Il cinema russo nell’ultimo decennio ha fatto passi da gigante, non solo dal punto di vista del botteghino ma anche per quanto riguarda le proprie produzioni, notevoli soprattutto nel campo del fantasy. Basti pensare a I guardiani della notte e I guardiani del giorno di Timur Bekmambetov, scippato poi da Hollywood per il suo evidente talento visivo. Peccato che il miracolo non si sia ripetuto con questo Kniga Masterov, diventato qui da noi Il Maestro e la Pietra Magica, autentica oscenità.

Partendo da una storia a dir poco fantasiosa, e soprattutto spiegata malamente, il regista Vadim Sokolovsky è riuscito nell’impresa di dare vita ad un fantasy quasi parodistico per quanto inguardabile, fallendo tutto il fallibile. Dagli attori, atroci, ai costumi, rubati ad un teatrino folkloristico della steppa, passando per le scenografie, allucinanti per quanto finte ed inverosimili, gli effetti sonori, che dagli “sbam” agli “slurp” fanno rimpiangere i cazzottoni di Bud Spencer, gli effetti speciali, di serie z, e lo script, ricco di contraddizioni, di scene insensate e soprattutto di dialoghi aberranti, a tratti addirittura pseudo comici ma incapaci di strappare anche un flebilissimo sorriso, purtroppo sostituito per 100 minuti da una chiara ed inequivocabile espressione di sconforto, mista a sgomento.

Un bel giorno, nella misteriosa Foresta Infinita, la giovane figlia di una strega Baba Jaga trova una pietra magica e preziosissima, l’Alatyr, e ne rimane ammaliata. Inspiegabilmente la piccola si trasforma così nella Contessa di Pietra, condannata a languire nella Torre di Pietra fino al giorno in cui un Sommo Maestro Intagliatore non ridarà vita alla pietra Alatyr. La Contessa di Pietra guida un esercito di soldati malvagi, gli Ardari, che seminano distruzione nei villaggi del popolo. Secondo la profezia, quando l’Alatyr tornerà in vita, la Contessa dominerà il mondo intero da tiranna. Ivan è un giovane apprendista intagliatore, destinato a diventare il Sommo Maestro della profezia. Si innamora di Katja, “aiutante” della Contessa di Pietra, e per amore decide di riportare in vita l’Alatyr…

Solo la storia, come avrete potuto capire, è un susseguirsi di “ma perché?“, ovviamente mai chiariti, con una strega cattiva che ricorda inspiegabilmente Cher e un “Re” (in realtà ‘padrone), con barba e baffi più finti del finto, con inutili e continui primi piani che ne evidenziano l’attaccatura collosa. Toccando il fondo del kitsch con un gomitolo di lana parlante utilizzato come navigatore satellitare (ebbene sì), Vadim Sokolovsky da’ così vita ad un b-movie mascherato da kolossal fantasy che probabilmente non meritebbe nemmeno un passaggio tv pomeridiano il giorno di Ferragosto. E invece, dopo i kazaki e i russi, saremo gli unici al mondo a vederlo in sala.

10, 100, 1000 volte meglio il nostro Fantaghirò. Aridatece Alessandra Martinez e Brigitte Nielsen, subito.

Voto: 1

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