Natale a Zagarolo… con Wim Mertens!

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Importante: canzone da ascoltare MENTRE si legge il post.

Pranzo di Natale per la prima volta, dopo ANNI ed ANNI, non da RossoVino a Monteverde bensì a casa di parenti, dove non sono mai stato.
Ancora rotolo dal cenone di ieri sera, l’idea di rimettermi a tavola non mi alletta affatto ma questo richiede la ‘tradizione’.
Non so minimamente quale sia la meta d’arrivo, prendo comunque la mia macchina, per potermela svignare a na certa, visto che mio padre, come ogni anno, sicuramente finirà MBRIACO per fare la mezzanotte!
Seguo i miei genitori, imbocchiamo il raccordo, l’uscita non arriva mai… il greatest hits di Paola e Chiara che risuona nell’abitacolo ha già ampiamente superato la metà della propria durata. Mio padre sbaglia uscita, come suo solito, non ricorda la strada, vaghiamo per 20 minuti in cerca della casa giusta, il greatest nel frattempo ha ricominciato a risuonare dal principio, fino a quando non vedo il cartello… ZAGAROLO.
E io che pensavo fosse solo leggenda!
37 anni dopo Ultimo Tango a Zagarolo scopro che quella leggenda ESISTE. Accolti nella splendida casa di campagna da un caminetto acceso e da una tavola imbandita con ogni ben di Dio, iniziamo a mangiare… ancora una volta.
Alla 4° portata comincio a sventolare il fazzoletto bianco in segno di resa, alla frutta chiedo se è uno scherzo, al dolce, preso da attacchi deliranti dovuti all’eccesso di calorie, urlo W IL DUCE, al caffè mi arrendo e mi preparo. 4 ore a tavola, posso pure morì. A casa ce arrivo rotolando.
Prima di andarmene, come nel Senso della Vita dei Monty Python, vengo imboccato a tradimento con un pezzo di torroncino al cioccolato al latte, della serie NOOOOOOOOO, COSA HAI FATTOOOOOO… dopo il caffè, infatti… per me significa LA FINE!!
Consapevole che TEMPO mezz’ora e il cagotto verrà a bussarmi alla porta, perchè a me caffè e cioccolato insieme (o cappuccino) sono un vero LASSATIVO, SCAPPO immediatamente.
Le lancette corrono che è una meraviglia. Meno 25 minuti, ce la posso fare. Ce la DEVO fare.
Ecco l’uscita del raccordo, oddio ma è quella giusta?
Ovviamente NO! Sbaglio uscita, sto andando verso Napoli. Meno 20 minuti alla fine del mondo.
Non so come ma riesco a tornare sulla strada esatta. Roma Nord mi attende, con la mia splendida tazza del cesso come meta finale. Meno 15 minuti, inizio a sudare freddo. Caffè e cioccolato insieme stanno iniziando a fare il loro effetto. Le 189 portate cominciano a SPINGERE verso il basso, in cerca di una via d’uscita. Meno 10 minuti! Ho le caldane, sono sulla Tangenziale est, crampi allo stomaco, respira, respira, respira, ce la posso fare… fino a quando non succede l’impensabile, l’irreparabile.
Sono su Radio Rock, parte lui… Wim Mertens, con… Struggle for Pleasure.
Canzone MAGNIFICA, che adoro, che non sentivo da una vita, che quindi non posso far sparire cambiando stazione, anche se è in assoluto la canzone PEGGIORE AL MONDO da ascoltare quando ti stai per cagare sotto! L’ansia cresce, insieme al pianoforte, urlo, grido, mi dimeno, ho gli spasmi, faccio la Tangenziale Est in 3minuti e mezzo, oddio no ecco il sax, gli archi, il clarinettooooooooo… questa po esse la botta finale, mi si rompono le acque, piango disperato, ARTAAAAAAAAAAAX, sono a Ponte Milvio, levatevi cazzo, sto per schioppare, per poco non investo Cuba Gooding Jr. che me voleva vende l’Oscar al semaforo, MA SE NON VALI PIU’ UN CAZZO, FINISCILAAAA, siamo all’apice della canzone, il tempo è scaduto, VOJO l’EPIDURALEEEEEE, DR. KOSEVICH MI FACCIA UNA CAZZO DI EPIDURALEEEE, vedo una luce, un buco, è la soggettiva della mia digestione che si fa strada secondo dopo secondo, sono in una realtà parallela, sono Al di là dei Sogni, Wim Mertens mi sta UCCIDENDO, ho l’intera sua orchestra che mi sta per uscire dal culo, fino a quando ci sono, imbocco la mia via, lampeggio come un ossesso, clacson all’impazzata, è UN’EMERGENZAAAAA, me ne FOTTO di cercare parcheggio, DOPPIA FILA A MANETTA, quattro frecce, SI E SO PURE COMUNISTA, E ALLORA??!?, corro fuori dalla macchina piegato in due, inciampo, stramazzo al suolo, stoico mi rialzo in piedi, abbatto il portone a capocciate, sanguino, ADRIANAAAAAA, salgo le scale 5gradini per volta, sfondo la porta di casa, arrivo al bagno, mi calo le braghe, sorrido e… BUON NATALE!

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