Festival Internazionale del film di Roma 2009 – 4° giornata: arrivano Plan B e The Warrior and the Wolf

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Concluso il weekend di deliri, tra George Clooney, la Canalis, Helen Mirren e Terry Gilliam, il Festival del cinema di Roma 2009 si appresta a vivere una nuova settimana, tra proieizioni più o meno attese. Ieri sera, in una Sala Cinema Ikea battuta dal gelido vento polare romano, il Concorso è tornato protagonista, con la proiezione dell’argentino, ed apparentemente interessante, Plan B.
Finito lo strazio pseudo omosessuale del film di Marco Berger, il Festival si è addormentato e sinceramente infastidito dinanzi alla nuova sconclusionata pellicola di Tian Zhuangzhuang,
The Warrior and the Wolf, con un amore ‘licantropo’ nella Cina di 2000 anni fa! In attesa dei lupi mannari di New Moon, sicuramete un ricco antipasto.

Plan B

Una trama teoricamente interessante, ma sviluppata in maniera insopportabile. C’era attesa attorno all’esordio di Marco Berger, in Concorso a Roma con Plan B. Bruno lascia la propria ragazza, che si fidanza immediatamente dopo con Pablo, affascinante fotografo. Geloso, Bruno decide di attuare il “piano B”, ovvero avvicinarsi a Pablo, diventarci amico e farlo innamorare, in modo da distruggere la neonata coppia! Peccato che il piano nasconda sorprese inattese, visto che sarà lo stesso Bruno a veder nascere dubbi sulla propria sessualità, infatuandosi di Pablo…
120 minuti per raccontare un’inattesa ed improvvisa storia d’amore tra due eterosessuali, maschi, mostruosamente attratti l’uno dall’altro. 120 minuti di silenzi snervanti, di primi piani ai volti combattuti dei due protagonisti, a ‘pacchi’ e ‘culi’, 120 minuti per arrivare ad un ovvio finale tirato per le lunghissime, tra ridicoli e massacranti tira e molla sessuali, ingiustificati dal comportamento dei due stessi personaggi. 120 minuti per descrivere semplicemente due ‘repressi sessuali’, pronti a scambiarsi languidi sguardi, battute a doppio senso, teneri abbracci notturni e baci in bocca, cercando scuse improbabili per giustificarli. 120 minuti per accettarsi, in un film da cui si poteva tranquillamente tagliare un’ora, se non addirittura un’ora e mezza! Costato due soldi, macchina digitale, fotografia sgranata, bravi i due protagonisti, Manuel Vignau e Lucas Ferraro, autentico sosia di Gael Garcia Bernal, per un film quasi fastidioso nel suo trascinarsi all’infinito. Insostenibile.
Voto: 4

The Warrior and the Wolf

Che enorme delusione. Il sottoscritto nutriva discreta attesa nei confronti di questo titolo, presentato a Toronto e lanciato come ‘una storia d’amore in tempo di guerra tra un guerriero ed una donna lupo’. Trama confusa, scene di battaglia (pochissime tra l’altro) incomprensibili, a causa di primi piani strettissimi e ad un montaggio isterico, storia d’amore ridicola, effetti speciali finti come la penosa neve (rifatta al computer) che cade copiosa per metà della pellicola, dialoghi ridotti all’osso, ed una storia raccontata talmente male da costringere il regista a doversi affidare più e più volte a spiegazioni in sovraimpressione, solitamente inserite ad inizio o a fine film, tranne in questo caso, con ‘cartelli’ sparsi lungo in lungo ed in largo. Oltre metà della pellicola si svolge in una casa diroccata, buia, fredda e cupa, con i due amanti che passano le giornate a fare sesso. Scenografie suggestive a parte, si salva solo la fotografia. Per il resto, tutto cestinabile. Il peggior film (considerando anche le potenzialità) visto dal sottoscritto fino a questo momento al Festival di Roma 2009.
Voto: 3,5

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