G.I. Joe – La nascita dei Cobra: Recensione in Anteprima

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G.I. Joe – La nascita dei Cobra
Recensione in Anteprima
Postata da me anche qui
Uscita in sala: 11 settembre

Dopo aver trovato una ricca gallina dalle uova d’oro con i Transformers, in casa Hasbro hanno giustamente pensato: perchè non provarci anche con G.I. Joe? Dalle tasche di qualche folle produttore sono così usciti i 180 milioni di dollari peggio spesi della storia del cinema, mal utilizzati da un regista, Stephen Sommers, che deve avere più di qualche santo protettore ad Hollywood, viste le atrocità che ormai da anni sta partorendo.

Quello che doveva essere solo il primo capitolo di un lungo e ricco franchise cinematografico diventa così un osceno film d’azione dalla trama sconclusionata e dalla regia epilettica, condita da una serie di effetti speciali che lasciano sinceramente di stucco per la loro ridicolaggine, tanto da far sembrare il tutto un filmettino di serie b della serie Alta Tensione su Canale 5, invece che un mega blockbuster dal budget stellare.

Incredibile. La visione di G.I. Joe – La nascita dei Cobra mi ha davvero lasciato senza parole. Non che mi aspettassi chissà quale capolavoro, ma considerato gli elevatissimi costi di produzione, il regista abituato ad americanate simili, il ricco cast e i buoni trailer visti fino ad oggi mi auguravo di trovarmi dinanzi ad un discreto film d’azione, di quelli dove stacchi la spina per 120 minuti mangiando pop corn e bevendo litri di coca cola.

Peccato che pop corn e coca cola mi siano andati di traverso, visto quello che mi stava scorrendo dinanzi agli occhi sullo schermo. Flebile come un fuscello la trama della pellicola, con la solita testata pseudo nucleare pronta a far esplodere il mondo, l’altrettanto solito pazzo che lo vuole conquistare, i cattivoni da lui guidati e i buoni, ovvero i G.I. Joe, pronti a sfidarli e a sconfiggerli.

In mezzo a cotanta pochezza un mare di azione e di effetti speciali. E allora, perchè lamentarsi? Perché raramente negli ultimi 10 anni si erano visti effetti digitali così mal realizzati. Effetti speciali sinceramente imbarazzanti, surreali nell’essere palesemente finti. Come abbiano potuto spendere 180 milioni di dollari e tirar fuori effetti simili è forse la domanda dell’anno, visto come (per farvi un esempio) sono riusciti a realizzare il deserto meno credibile della storia del cinema, roba che neanche le ricostruzioni grafiche di Piero Angela a SuperQuark son mai arrivate a tanto, o l’Orso Polare Artico più finto mai visto prima sul grande schermo (due piccoli esempi, ma potrei farne a decine!).

Anche l’action puro stenta, facendo cadere pesantissime responsabilità sulla regia di Sommers, a volte talmente banale e scolastica da far pensare che l’abbia quasi fatto apposta. Solo una scena, quella dell’attacco a Parigi, merita il prezzo del biglietto, tanto da esser stata sbandierata ai quattro venti prima dell’uscita in sala. Della serie “giochiamoci l’unica carta vincente che abbiamo“. Per il resto il film va avanti attraverso dialoghi di una leggerezza mostruosa, recitati da cani da quasi tutti gli attori. Tra gli 8 protagonisti non se ne salva davvero neanche uno (tranne forse Snake, visto che non parla!) , con un inutile cameo di Brendon Fraser (a cui avranno tagliato delle scene, se no non si capisce la sua presenza) a completare la triste opera.

A salvarsi probabilmente solo la parte finale, ben orchestrata nel lasciare
spalancati dei veri e propri portoni per l’ovvio e annunciato sequel, per un titolo che sicuramente non annoia nei suoi 120 minuti,
ma che lascia mostruosamente a desiderare sia sul piano narrativo che in quello visivo, quasi sempre fastidioso.

Una spada di Damocle pesantissima per la carriera di Stephen Sommers, per uno dei blockbuster più brutti (considerando il materiale e il budget a disposizione) che il cinema moderno ricordi. Sconcertante.

Voto: 2

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