Harry Potter e il Principe Mezzosangue: Recensione in Anteprima

Condividi


Harry Potter e il Principe Mezzosangue
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 15 luglio
Postata DA ME anche qui

Come bruciare, qualititivamente parlando, una delle saghe più amate e dalle maggiori potenzialità della storia del cinema. Diventa probabilmente di diritto uno dei misteri della storia dell’umanità il perchè in casa Warner abbiano deciso di affidare i 3 capitoli conclusivi (diventati poi 4) di una delle saghe più famose della 7° arte ad un regista sconosciuto e palesemente inadeguato come David Yates. Se i primi dubbi erano sorti con il 5° Harry Potter, con questo 6° capitolo vengono del tutto cancellati, diventando certezze.

8 mesi in più di post produzione non sono chiaramente bastati a Yates per schiarirsi le idee sul film, montando spesso a casaccio, tagliando e allungando a sproposito, riuscendo così nell’impresa di stancare e rendere il 60/70% dei 150 infiniti minuti spesso noiosi. Del male assoluto che incombe sull’umanità intera non frega più niente a nessuno, visto che tra baci, carezze, occhiate d’amore e pianti di dolore il 6° capitolo della saga inventata della Rowling si trasforma in… Bayside Potter!

Diavolo di un David Yates. E pensare che l’inizio è anche convincente. L’assalto dei Mangiamorte a Londra colpisce nel segno (a parte il ridicolo crollo del Millennium Bridge), introducendo così la pellicola ad uno dei capitoli più cupi e dark dell’intera saga. Peccato che con il passare dei minuti la piega prenda un’altra strada, volando in picchiata sulla tempesta ormonale che si è abbattuta sui giovani protagonisti, contribuendo così a rovinare il tutto…

Con il male assoluto tornato in vita, i Mangiamorte seminano terrore e distruzione anche nel mondo dei Babbani, terrorizzando Londra e frantumando il Millennium Bridge. Silente, conscio del pericolo, porta Harry Potter in una nuova misteriosa avventura, facendo tornare ad Hogwarts Horace Lumacorno, professore di pozioni. Proprio ad una delle sue lezioni Harry finirà per trovare un libro di testo, appartenuto ad un misterioso ‘Principe Mezzosangue’, che lo porterà a conoscere pericolosi e diabolici incantesimi.

Lumacorno non è però tornato ad Hogwarts senza motivo. Silente l’ha rivoluto con sè perchè ha disperatamente bisogno di un segreto che solo lui conosce e custodisce. Harry Potter è la chiave per arrivare a quel segreto, che vede protagonista lui, il giovane Tom Riddle, ovvero colui che oggi è conosciuto al mondo intero come… Lord Voldemort!

Portare in sala Harry Potter e il Principe Mezzosangue, librone infinito e ricchissimo, non era facile e questo non possiamo non tenerlo in considerazione. Proprio per questo motivo era necessario puntare il proprio sguardo su un regista dalle indubbie capacità, possibilmente visionario, fantasioso se non addirittura epico, visto il tragico attesissimo finale che tutti i fan che hanno letto il libro conoscono alla perfezione. Un regista che non era e non doveva essere David Yates. Promossa la parte iniziale, e constatato un netto miglioramento sul piano degli effetti speciali, solitamente mai vero punto forte della saga, di questo Harry Potter 6 c’è purtroppo troppo che non convince.

Confusionaria la sceneggiatura, difficilmente seguibile per chi non ha letto il libro, così come il montaggio, che spesso evidenzia scene tagliate ed inserite in malo modo, con una fotografia dai toni cupissimi che si salva in calcio d’angolo, anche se portatrice di nulla di nuovo. Pazzesca la rilevanza data alle varie storielle d’amore che intercorrono tra i piccoli protagonisti, così come diventa sempre più infantile il lato umoristico, neanche si volesse soppesarlo al lato dark e quasi horror di alcuni momenti (un consiglio? non farlo vedere ai più piccoli). Vero è che Harry, Hermione e Ron non sono più i bambini conosciuti 8 anni fa con il primo capitolo, che sono cresciuti e maturati come tutti noi, ma è anche vero che si poteva evitare di trasformare Harry Potter in un ibrido tra High School Musical, Bayside School, Twilight e un’American Pie in versione Catechismo. I 3 sono tormentati, come il ‘povero Draco’, anche lui prescelto ma combattuto sul da farsi, tra doveri e responsabilità varie, troppo pesanti per la loro giovane età.

Dei tanti personaggi presenti ad alcuni di questi viene davvero data un’importanza minima. Le due terribili sorelle Bellatrix Lestrange e Narcissa Malfoy, madre di Draco, si vedono poco o nulla, per la gioia dell’ultimo arrivato, Jim Broadbent, nei panni del prof. Lumacorno, novità assoluta di questo 6° capitolo. Broadbent convince come il resto degli attori, come sempre perfetti nei panni che da tempo indossano, tranne Ralph Fiennes, mai visibile nei panni di Voldemort, riconoscibile invece in quelli dell’inquietante Tom Riddle, e Michael Gambon, purtroppo per lui non del tutto omaggiato (com’era giusto invece che si facesse) dal regista.

—-Attenzione Spoiler—–

La parte finale del libro, come sanno tutti i fan della saga, è una delle più tragiche e dolorose, purtroppo mal gestita e rappresentata. Se Yates con il 5° capitolo si era ripreso nella breve ma convincente battaglia finale, in questo 6° non riesce a ripetersi, finendo per portare in sala senza pathos, passione e la giusta dose di dolore, la morte di uno dei protagonisti più amati, tagliando addirittura tutta la lunghissima e spettacolare parte finale del funerale! Convincente e paurosa invece l’entrata di Silente ed Harry nella profonda grotta in cerca dell’Horcrux. I due entrano negli inferi, rimandando a danteschi ricordi, inquietando e non poco lo spettatore in sala.

Proprio con l’ultimissima scena Bayside Potter tocca poi l’apice dell’assurdo, con Hermione ed Harry preoccupati per l’escalation di terrore che incombe su di loro ma immediatamente pronti, dopo 2secondi2, a parlare dei rispettivi fidanzatini, come nulla fosse, lasciando lo spettatore in sala con una delle immagini di commiato più inutili viste recentemente al cinema.

Cosa ne rimane? Un film dalle potenzialità mostruose, troppo lungo, scritto e montato male, che ha saputo sfruttare il lavoro di post produzione sul piano degli effetti speciali, che conferma la qualità elevatissima dell’intero cast, che strappa qualche sorriso, terrorizza, coinvolge ed affascina in alcuni momenti, ma annoia e stanca in troppi, tanto da far tremare i polsi in vista dell’ultimissimo capitolo, addirittura diviso in due! Chi li dirigerà? Sempre lui… David Yates… ovvero l’uomo che è riuscito a trasformare in realtà una delle tante pozioni inventate da J.K Rowling (sfruttandone però le potenzialità solo al momento delle 3 firme sul contratto)… quale? La Felix Felicis!

Voto: 5

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy