Twilight: Recensione in Anteprima

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Twilight
Recensione in Anteprima
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Uscita in Sala: Oggi

Un amore impossibile. Un amore fatto di una sfrenata passione, ingestibile e inaccontentabile. Un amore tra un vampiro centenario e un’umana, tra un leone e un agnello, pronti a sacrificarsi l’uno per l’altra pur di stare vicini, pur di provare a portare avanti quell’amore così assurdo, folle e per questo assolutamente unico nel suo genere…

Nato nell’indifferenza generale, LTwilight nel giro di pochi mesi si è trasformato nel vero film evento di questo fine 2008.a storia di Romeo e Giulietta rivisitata in salsa horror e rimodellata per gli adolescenti di oggi approda finalmente in sala dopo aver sbancato le librerie di mezzo mondo, facendo arricchire Stephenie Meyer, ovvero la casalinga che l’ha partorito. Come risultato cinematografico ne è uscito fuori una romanticissima storia d’amore, con un taglio mostruosamente adolescenziale, ma decisamente funzionale al target di riferimento, condita da una serie di scene “d’azione” fragilissime ed autentico punto debole del film…

Da record ancor prima di uscire in sala. Il fenomeno Twilight ha davvero travolto internet, come forse mai era capitato prima con nessun film. Con il passare dei mesi i “twilighters” si sono moltiplicati a centinaia, giorno dopo giorno, portando i 4 libri della saga creata da Stephenie Meyer in cima alle classifiche di tutto il mondo.

L’hype intorno al film è diventato sempre più potente ed insistente, tanto da far gridare a molti “abbiamo un nuovo Harry Potter“. Peccato che questo Twilight non possa nemmeno minimamente essere paragonato al “primo” Harry Potter cinematografico. Potter arrivò in sala già ‘famoso’, con milioni di copie venduto in tutto il mondo e un mostruoso budget di oltre 100 milioni di dollari. Twilight paradossalmente è diventato “famoso” a riprese del film iniziate, quando nessuno avrebbe scommesso 1 euro sull’ipotetico boom della saga, tanto da avere tra le mani un budget “ridotto” di appena 30 milioni di dollari.

Differenze economiche fondamentali per “pesare” Twilight, che arriva in sala non solo come storia d’amore ma anche come storia ricca d’azione e di momenti di enorme tensione emotiva. Proprio queste due caratteristiche, che guardano con occhi diversi e interessati il possibile ‘budget’ a disposizione, rappresentano i punti di forza e di debolezza della pellicola.

Catherine Hardwicke ha dato all’intera operazione un taglio enormemente adolescenziale ( forse troppo?!? ) e “generazionale”. E’ un film che punta palesemente ai ragazzi della Mtv Generation, agli Under 30, cresciuti con la rete, i videoclip e la nuova ’sfornata’ di saghe letterarie. Difficilmente Twilight potrà esser digerito ed apprezzato da un pubblico più adulto, soprattutto se maschile. Il film, infatti, è talmente concentrato sull’aspetto romantico e passionale della storia da poter risultare indigesto ad una larga fetta di “uomini”, che potrebbero rischiare di addormentarsi dopo meno di un’ora di film ( come successo durante la proiezione stampa… ). Se le ragazzine impazziranno nel vedere gli occhi sprizzanti ormoni dello sconvolgentemente bello Robert Pattinson, i maschietti potrebbero indispettirsi nel constatare la ridicola possibilità che tra questi due innamorati non possa esserci nulla di fisico che vada oltre gli occhioni dolci e il bacetto sulla fronte, visto che lui, avvicinandosi troppo, rischierebbe di mangiarsi viva l’amata! Come se un lupo e un agnellino si innamorassero, per l’appunto…

Proprio tutta questa parte risulta la più riuscita del film. Il primo incontro tra Edward e Bella, le reazioni che entrambi provano nell’incrociare per la prima volta lo sguardo dell’altro, l’imbarazzo di piacersi e di non saper cosa fare, l’impaccio da parte di lui, inizialmente in lotta con se stesso per cercare di allontanarsi da lei, e i continui battibecchi e cambi d’umore sfociano ovviamente nell’amore assoluto. Il tutto viene montato e portato avanti con sapienza dalla Hardwicke, che gioca con gli occhi dei due, talmente belli e fisicamente attraenti da bucare lo schermo ad ogni inquadratura. La coppia funziona. I due moderni Romeo e Giulietta, così diversi ma così innamorati, vivono sullo schermo attraverso un’attenta introspezione, costruista scena dopo scena in maniera furbescamente particolareggiata e dettagliata.

Il problema arriva quando all’amore assoluto ed eterno si cerca di affiancare anche l’altra caratteristica del romanzo, in questa traspozione volutamente ancora più marcata, ovvero l’azione. Qui il basso budget ha avuto la meglio, vincendo la propria partita. Tutte le scene che prevedono particolari ‘effetti’, nemmeno troppo speciali, sono fastidiosamente ‘antichi’. Solo la ‘corsa iperveloce’ di Edward rasenta la ‘fiction tv’, con rallenty ed accellerazioni alla Wonder Woman, per non parlare del tanto atteso scontro finale tra il ‘cattivissimo’ James e il ‘buono cattivo’ Edward, deludente e concluso in pochissimi minuti. Ma è anche vero che la Hardwicke di miracoli non ne poteva fare. In molte scene si è arrangiata grazie ad una discreta fotografia, ad una palese padronanza del mezzo tecnico e alle splendide scenografie naturali della foresta pluviale, ma per il resto, oltre a questo, forse davvero non poteva andare.

Un punto particolarmente debole che potrebbe risultare fatale nei confronti di un pubblico maschile, magari meno interessato alla storia sdolcinata e romantica, per non dire melassosa e colesterosa, di Bella ed Edward. Nel Titanic ad esempio, film a cui non si può non paragonare Twilight per la storia d’amore vissuta dai due protagonisti ( con tanto di Ti Fidi di Me scopiazzato… ) , c’erano quasi 200 milioni di dollari di catastrofici effetti speciali ad affiancare gli innamorati. Alle stucchevoli e passionali scene d’amore tra DiCaprio e la Winslet Cameron alternò con maestria e sapienza scene ricchissime di CGI, capaci di risvegliare in sala anche il cuore di pietra più cinico e addormentato del mondo. Tutto questo, con Twilight, non capita.

Bella, Edward ed il loro folle amore sono al centro della storia e non ne escono mai per 120 minuti ( che sono troppi… ). Attorno a loro ruotano una serie di personaggi, sinceramente nella maggior parte dei casi trattati malamente dalla regista. Tutti gli ‘amici umani’ di Bella sono portati in sala superficialmente, raschiando il fondo del barile dei clichè sui liceali americani. Con i Cullen invece, ovvero i famigliari vampiri di Edward, le cose migliorano, grazie anche ad una ‘diversità’ così visivamente marcata che spesso e volentieri parla da sola.

Interessanti alcune idee, estremamente furbi alcuni romantici dialoghi ( presi dalle pagine del libro o dai baci perugina, fate voi… ), meno tanti altri, simpatica la scena in cui Bella con l’intera famiglia Cullen gioca ad una ‘particolare’ partita di Baseball, mentre è semplicemente folle ed autolesionistico il fatto che i due praticamente non si possano quasi nemmeno toccare, sfamando il loro amore con solo e soltanto sguardi. Ma d’altronde non ci scordiamo che chi ha partorito il tutto, Stephenie Meyer, è una Mormona, quindi giustamente “sesso, via da me!“. In una scena di Into The Wild Kristen Stewart viene etichettata come “quella che si scoperebbe anche il paletto della staccionata” di fronte ad un sessualmente bloccato Emile Hirsch, e probabilmente mai frase sarebbe più congeniale di fronte alla povera Bella di Twilight, interpretata guardacaso sempre dalla sfigatissima Kristen Stewart, costretta a stare immobile di fronte al suo bello ma intoccabile vampiro!

Gli ingredienti per il sequel sono ovviamente disseminati lungo la parte finale del film, per un secondo capitolo che, sicuramente, grazie ad un budget come minimo triplicato e a dei personaggi ormai già presentati, sarà superiore a questo Twilight. Fino ad allora non possiamo far altro che etichettare questo primo capitolo come una riuscitissima operazione di cine-marketing, in grado di far esplodere contemporaneamente un ‘fenomeno’ come questo sia in libreria che in sala, attraverso una pellicola mediocre, senza infamia e senza lode, che si vede senza troppa fatica ma che ‘tanto rumore’, probabilmente, non se lo meritava affatto.

Voto: 5,5

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