Wanted: Recensione in Anteprima

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Wanted
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 2 Luglio

Wesley Gibson è uno dei tanti 25enni depressi, ipocondriaci e sotto psicofarmaci, con un lavoro da impiegato insoddisfacente, una capa insopportabile e una ragazza che lo cornifica con il migliore amico. Fino a quando una misteriosa donna irrompe a suon di proiettili nella sua patetica vita, confidandogli la vera natura del padre, spietatissimo killer morto ammazzato il giorno prima, e per questo ora da vendicare.

Wesley entra così dalla porta principale nella Confraternita, secolare lega di assassini dotati di poteri ultrasensoriali e di impressionanti qualità fisiche, il cui compito è quello di portare a termine gli ordini del Telaio del Fato, arcaica macchina che nomina i ‘cattivi’ da dover eliminare senza se e senza ma, al motto di: è meglio ucciderne uno e salvarne mille. Peccato che non tutta la verità è stata raccotata a Wesley, che dovrà imparare presto a non dover chiedere più scusa a nessuno…

Dopo esser entrato nella storia del cinema russo con I guardiani del giorno e della Notte, il kazako Timur Bekmambetov approda finalmente ad Hollywood, mostrando immediatamente tutti i suoi immensi pregi e ripetuti difetti. Tratto da una graphic novel di Mark Millar, Wanted ne prende clamorosamente le distanze, discostandosi totalmente o quasi dall’originale su carta, rischiando di far storcere la bocca a tutti quei fans che hanno amato il fumetto originale.

Volutamente eccessivo, eccentrico, ironico ed autoironico, violentissimo e a dir poco adrenalinico, il film è un concentrato di action all’ennesima potenza, che strizza mostruosamente l’occhio a Matrix. Rallenty e Bullet Time come se piovessero, acrobazie folli e punti di vista incredibili, per un risultato finale che rischia di dividere nettamente il grande pubblico, tra appassionati pronti alla venerazione e infastiditi pronti alla stroncatura.

Timur Bekmambetov è indubbiamente un talento visionario di primo ordine. Ci sono alcune idee e alcune inquadrature che valgono da sole il prezzo del biglietto, anche se la sensazione del già visto, e soprattutto il ricordo del primo storico capitolo dei Wachowski, torna continuamente a farsi sentire, scena dopo scena. E’ un virtuoso della cinepresa, ama sorprendere e soprattutto esagerare, finendo alla fine probabilmente per accontentare pienamente tutti quegli appassionati del genere che questo chiedono e vogliono vedere da un film simile.

Dalla prima parte, che ci introduce nella tristissima vita di Wesley, alla seconda, che vedrà lo stesso Wesley entrare prima nella Confraternita per poi passare all’estenuante addestramento fisico, mentale e tecnico, arriviamo all’ultima, capace di schizzare in alto con un buonissimo colpo di scena, seguito dal pirotecnico finale.

Stupisce come ci si sia scostati completamente dalla graphic novel, prendendo completamente un’altra strada, a partire dagli attori. Se Millar, infatti, aveva disegnato i suoi personaggi principali pensando ad Halle Berry ed Eminem, Timur Bekmambetov si è affidato ad Angelina Jolie e James Mc Avoy, capaci comunque di passare a pieni voti il difficile esame.

McAvoy è una piacevole sorpresa, tra attacchi d’ansia in ufficio e inseguimenti a 200 all’ora tra le strade di Chicago, mentre Angelina è la solita splendida conferma. Quando si trasforma in bad girl è semplicemente irresistibile, e forse la migliore su piazza, nel genere, che in questo momento Hollywood si possa permettere. Ai due si affianca il solito perfetto mentore Morgan Freeman e un misterioso Terence Stamp, che avrà molto probabilmente una parte fondamentale nel sequel, a questo punto scontato, visto il successo al boxoffice Usa.

Intrigante e affascinante l’idea del Telaio del Fato, vero e proprio protagonista della pellicola.
Un’arcaica struttura capace di determinare il fato e il destino dei cittadini del mondo. Un difetto nella stoffa di questo Telaio segnala un difetto nel mondo, che bisogna immediatamente correggere. Il fato indica la persona da uccidere affinchè possa essere riprestinato l’equilibrio, attraverso fili saltati, corrispondenti a un codice binario, successivamente convertito in un testo che emette una sentenza di morte, da eseguire il prima possibile.

La Confraternita, nata secoli prima, proprio di questo si occupa. E’ chiamata a mantenere l’equilibrio del mondo, seguendo gli ordini del misterioso Telaio del Fato.
Attorno a quest’interessante idea ruota tutto il film, che paradossalmente trova i suoi maggiori difetti negli effetti speciali, di bassa lega e troppo visibili, affiancati però da ottime scene d’azione, poco credibili nella loro follia ma comunque ben realizzate.

Un film molto particolare, consigliato ad un certo tipo di pubblico, amante dell’action e dell’eccesso, e da prendere con le molle da parte di tutti quelli che hanno amato la graphic novel originale, visto quanto ci si è allontanati da essa. Chi vive il cinema pensando ai pop corn da divorare e ai litri di coca cola da ingurgitare, tra una pistolettata, una scazzottata, un inseguimento mozzafiato e un treno che deraglia in una scarpata, allora che corra pure in sala, perchè questo è il film adatto ai suoi gusti. Per tutti gli altri, invece, che storcono la bocca di fronte a prodotti di questo tipo, figli della Mtv Generation, che evitino proprio di andare al cinema, visto che rischierebbero di uscire dalla sala con una terribile emicrania.

Sicuramente non un capolavoro, ma indubbiamente un divertente frullato ormonale di 120 minuti, che vi farà dire ‘mi dispiace’ per almeno una settimana… provare per credere!

Voto: 6,5

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