In amore niente Regole: Recensione in Anteprima

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In amore niente Regole
Recensione in Anteprima
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Uscita in sala: 11 Aprile

America, South Carolina 1925. Il football professionistico viene giocato solo per passione, senza soldi, in mezzo al fango e soprattutto senza regole. La grande guerra si è appena conclusa e una nazione intera è in cerca di eroi, in cui identificarsi. Dodge Connolly è un giocatore di football molto particolare, guascone, esuberante, sfrontato, irrispettoso delle regole, fino a quando la propria squadra perde una partita, lo sponsor e fallisce nel giro di 24 ore. L’intero football professionistico americano rischia di sparire.
A questo punto Dodge riesce a convincere Carter, un giovane astro nascente del football universitario, che a differenza di quello professionistico richiama migliaia di spettatori, ad unirsi alla propria squadra, in modo da non far fallire l’intera lega. Il caso vuole poi che questo ragazzo sia considerato un eroe di guerra, diventando un’icona nazionale. Peccato che la storia eroica raccontata dal giovane non convinca del tutto un’arcigna giornalista, che farà di tutto per far venire a galla la verità, finendo però per far perdere la testa sia a Dodge che a Carter…

Dopo due film ‘impegnati’, e applauditi da tutta la stampa mondiale, come Confessioni di una mente pericolosa e Good Night, and Good Luck, George Clooney torna dietro la macchina da presa, con questa commedia romantica in salsa sportiva, che è l’ennesima conferma di come sia diventato, oltre che un fenomenale attore, anche un bravissimo regista.
Dagli anni 50 in bianco e nero di Good Night, and Good Luck George riavvolge un’altra volta la macchina del tempo, fino ad arrivare agli anni 20 dell’America post prima Guerra Mondiale, colorandoli di una fotografia retrò semplicemente spettacolare.
Ai colori nostalgici, caldi e accattivanti della pellicola, Clooney aggiunge una colonna sonora praticamente perfetta, opera di Randy Newman, che si regala anche una spassosissima comparsata nel film, scansonata e ritmata a base di jazz, capace di trascinare il film quasi da sola. Ma dentro quest’ottima cornice c’è un quadro di tutto rispetto, capace di raccontare un’America che costruisce falsi eroi e falsi miti, mentendo a se stessa, con la consapevolezza di farlo, attraverso una commedia brillante, divertente, ricca di battute esilaranti e interpretata da una coppia che dire perfetta è dire poco.
Se la Zellweger in pellicole come questa l’avevamo già vista, e apprezzata, Clooney, dopo un biennio di film ‘impegnati’, stupisce per l’ennesima volta, trasformandosi in un’irresistibile maschera, capace di far ridere ad ogni semplice inquadratura. I due, così diversi e litigiosi da amarsi, insieme bucano lo schermo e valgono da soli il prezzo del biglietto. Ma la cosa davvero incredibile è che dietro la patina di una banale e semplice commedia romantica George nasconda in realtà un mondo.
Abbiamo uno sport, il football, che dopo aver sfiorato il fallimento diventa professionistico a tutti gli effetti, con una serie di regole da dover rispettare, abbiamo un paese, l’America, che pende dalla propaganda politica, perchè bisognosa di credere in qualcosa, o qualcuno, per rialzarsi, abbiamo il ricordo della guerra che si protrae sul campo da gioco, con giocatori che diventano soldati in trincee di fango, pronti a morire per avanzare, abbiamo il potere femminile, che in quegli anni comincia a farsi sentire e ad uscire dal focolare casalingo, con donne che finalmente iniziano a fare lavori fino a poco tempo prima considerati prettamente maschili, trasformandosi in portatrici di verità.
Elementi che Clooney miscela con sapienza, presentandoceli perfettamente a ritmo forsennato, tra esilaranti partite di football, pungenti e spassosi dialoghi e una ricostruzione storica, dell’America degli anni 20, praticamente impeccabile. Se a tutto ciò ci aggiungete una padronanza tecnica, dal punto di vista registico, che spazia a 360°, finirete per avere un prodotto delizioso.
Definire questo film una piacevole sorpresa è dire poco. La terza prova di regia è sempre uno scoglio arduo da superare, e il buon George ce l’ha fatta a pieni voti. Ormai possiamo dirlo, abbiamo un’artista a tutto tondo, praticamente unico nel panorama hollywoodiano, da conservare con molta cura…

Voto:7,5

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