Asterix alle Olimpiadi: Recensione in Anteprima

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Asterix alle Olimpiadi
Recensione in Anteprima
Uscita in sala:8 febbraio
Postata anche qui…

Alafolix è follemente innamorato della principessa Irina, promessa sposa a Bruno, figlio di Giulio Cesare.
Ma i due si amano follemente, e Irina riesce a strappare al padre una promessa di matrimonio a colui che vincerà le Olimpiadi.
Alafolix e i suoi amici, Obelix, Asterix e il druido Panoramix dovranno così combattere contro Roma, il perfido Bruno e gli atleti più forti del mondo per riuscire a far sposare i due innamorati…

Dopo due anni di lavoro, 78 milioni di dollari spesi, che lo rendono il film in lingua francese più costoso di sempre, e i 25 milioni di francesi che hanno visto i primi due capitoli al cinema, tornano i mitici gallici, partoriti da René Goscinny e Albert Uderzo, in quella che è una pellicola dalla comicità spesso imbarazzante e avvilente, per quanto infantile e banale, volutamente e sfacciatamente vestita da Kolossal.

Asterix alle Olimpiadi porta due spunti interessanti.
Il primo è la conferma che non solo gli americani possono fare certi film. Le imponenti e davvero mastodontiche scenografie, gli ottimi effetti speciali e i buoni movimenti della macchina da presa rappresentano il chiaro segnale che anche il cinema europeo, magari supportato da co-co-co produzioni come in questo caso, può far tanto e ’sfidare’ gli americani su quello che è il loro principale territorio, il blockbuster.
Il secondo è l’altrettanto palese conferma che se concettualmente ‘possiamo’ fare film di questo tipo, tecnicamente, a conti fatti, siamo ancora parecchi passi indietro rispetto agli amici hollywoodiani. Il film gode di una sceneggiatura a dir poco pessima.

La storia è lentissima, le quasi 2 ore non finiscono mai, i dialoghi sono spesso inutili e inconcludenti e soprattutto le scenette che ‘dovrebbero’ far ridere tutto fanno tranne che ridere, per una comicità che rasenta l’infantile spinto.
L’unico a salvarsi dalla noia impellente è un autoironico e irresistibile Alain Delon.

Vestito da Giulio Cesare, Delon prende in giro se stesso e il suo mito cinematografico, parlando sempre in terza persona, “Ave Cesare, Ave Me“, giocando con capolavori personali del passato, da Rocco e i suoi Fratelli al Gattopardo di Visconti.
Egocentrico, vanesio, narcisista, il suo ingresso in scena è semplicemente geniale, con un Delon che passa le giornate a specchiarsi, a mettere in risalto gli occhioni blu, emanando luce propria, da vero imperatore.
Questo perchè
“Cesare non invecchia, matura…”.

Peccato che, Giulio Cesare a parte, il resto sia poca cosa. Depardieu nei panni di Obelix lo avevamo già visto, il nuovo Asterix, Clovis Cornillac, fa rimpiangere il vecchio, mentre i ‘nostri’ Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Enrico Brignano hanno ruoli quasi da comparsa. Bella quanto impalpabile Vanessa Hessler, presa dalle passerelle, e si vede, mentre è convincente Benoît Poelvoorde nei panni di Bruno. Alla fine proprio lui risulta essere il più ‘fumettistico’ di tutti, anche se in alcune scene inquietantemente somigliante al nostro “Patata”…
Il film, avendo le Olimpiadi al centro della narrazione, fa ovviamente leva sullo sport, prendendo spunto a pieni mani per citazioni di varo tipo.

Di campioni ‘veri’ alla fine se ne conteranno tanti, decisamente troppi. Se il cameo di Jean Todt e di Michael Schumacher è uno dei più riusciti, anche se non si spiega il doppiaggio italiano non fatto dai diretti interessati, sono letteralmente buttati nella mischia tutti gli altri, che vedono protagonisti Zinedine Zidane, Amelie Mauresmo e Tony Parker.
Da salvare c’è davvero poco o nulla, Delon e Schumacher a parte, tutto il resto potrebbe essere tranquillamente cestinato. I registi hanno sottolineato come la sceneggiatura abbia visto ritocchi continui, anche in fase di lavorazione, come tantissime scenette e battute siano state aggiunte durante le riprese. e questo porta un brivido lungo la schiena su come sarà stato lo script originale, visto il risultato finale.
Se l’intenzione era quella di dimostrare come i francesi possano realizzare Kolossal in costume, bè, allora ci sono riusciti appieno. Se invece si voleva dar vita a 2 ore di divertimento e intrattenimento, l’insuccesso è clamoroso ed evidente. Si ride poco, si sbadiglia molto.

Con 78 milioni di euro il nostro De Laurentiis ci faceva i prossimi 15 Natale a…
4 00 copie in Italia, 6000 in Europa, più di 1000 in Francia…
Ave, Caesar, morituri te salutant…

Voto:4,5
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Domani arriva la recensione del FENOMENO CLOVERIELD!

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