Roma Film Festival: parte il TOTO VINCITORE!

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Arrivati al giro di boa, all’Auditorium di Roma si cominciano a fare i primissimi nomi per il vincitore finale della Festa del Cinema!
8 film sui 13 in concorso sono stati già proiettati, all’appello mancano solamente Reservation Road, Li Chun, L’uomo privato, Juno ed El Pasado.
Tra gli 8 visti sono in 3 ad aver ricevuto le critiche migliori: Mongol, Fugitive Pieces e lo spagnolo Caótica Ana.
Ieri sera uno dei candidati, Barcelona Un Mapa, ha decisamente deluso le attese…
Diretto dal trasgressivo e irriverente regista spagnolo Ventura Pons, la pellicola è tratta da un’opera teatrale di Lluisa Cunillè, particolare non indifferente, visto che la trasposizione cinematografica è praticamente identica a quella che sarà stata la rappresentazione teatrale, visto che abbiamo 90 minuti di dialoghi in 3 stanze!
Sei personaggi, stereotipati fino all’inverosimile, all’interno di un vecchio appartamento nel centro di Barcellona.
Si tratta di una coppia di anziani, proprietari dell’appartamento, il fratello di lei e tre affittuari, costretti ad andar via per volontà dell’anziano proprietario, ex portiere dell’Opera, interessato a morire in solitudine all’interno della propria casa.
Tutto il film si svolge all’interno di questa casa, con il vecchio Ramòn, amante del travestitismo, occupato a convincere i 3 inquilini ad andar via, con lunghissimi ed estenuanti dialoghi.
Incomprensibili e assolutamente inutili alla storia stessa, tranne qualcuno, i flashback, girati con la camera digitale e una sgranatissima fotografia, giusto per differenziarsi sempre più dagli interni e dal “presente” raccontato, che ogni tanto si fanno strada nella mente dei protagonisti.
Decisamente forzato e fastidioso il taglio trasgressivo volutamente dato alla storia stessa, tra omosessualità, incesto, pedofilia e travestitismo, con scene spesso fuori luogo e assolutamente evitabili.
Nel calderone Pons ci mette tutto, toccando tutti i temi con leggerezza e superficialità.
Solo nel finale la pellicola si riprende leggermente, grazie ad un taglio cinico ed ironico.
Forzatamente bergmaniano, l’impresa è rimanere svegli e attenti per tutta la durata del film, che finisce in maniera decisamente indecifrabile, con un taglio storico franchista obiettivamente incomprensibile…
Gli unici a salvarsi sono i due protagonisti, l’immensa Nuria Espert e Josep Maria Pou, incredibilmente espressivi.
Peccato che ci si attendesse decisamente di più…
E ora godiamoci la Notte Argento… Suspiria+Inferno+Terza Madre… speriamo solo che il terzo capitolo delle madri non sia un obrobrio, giudizio che già inizia a circolare in sala stampa tra i fortunati che hanno avuto la fortuna di vederlo in anteprima…

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