Io non sono qui, per le mie recensioni (si lo so, spesso da querela!)

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Io non sono qui

Era il film che attendevo con più ansia da questa Mostra del Cinema di Venezia, ed in qualche modo l’attesa è stata disillusa, parlo di Io non sono qui di Todd Haynes.
Regista folle, visionario, mostruosamente dotato, con due gioielli come Lontano dal Paradiso e Velvet Goldmine alle spalle, Haynes prende la vita di Bob Dylan e la trasforma in film, frantumandola in sei fasi fondamentali, tutte interpretate da attori diversi, per sesso, colore della pelle ed età, tutti con nomi differenti, tutti differenziati da stili registici differenti, in un viaggio nel tempo completamente visionario, psichedelico, a tratti letteralmente folle.
Non un film, non un biopic tradizionale, non un documentario, ma tutti questi generi miscelati assieme, per un cocktail di due ore, che passano assai lentamente, spesso difficile da mandare giù.
Dal punto di vista visivo il film è strepitoso, pura ARTE.
Haynes si INVENTA alcune inquadrature da brivido, scene al limite della psichedelia e dell’onirico, miscelando musica,cinema e arte contemporanea.
C’è un SONTUOSO cast, su cui troneggia un immensa Cate Blanchett, da COPPA VOLPI e da OSCAR, ci sono differenti modi di rappresentare le fasi della vita di Dylan rispetto al periodo storico considerato, ma c’è anche tanto, troppo MANIERISMO, quel voler piacere a tutti i costi ai critici, quel voler realizzare una pellicola per vincere un Festival, che è PALESE in ogni secondo che viene proiettato sullo schermo.
Eccessivo l’utilizzo di TUTTA la musicografia di Dylan in sottofondo, eccessiva la frantumazione spazio temporale con il continuum narrativo che va a farsi benedire, eccessivo il dare PER SCONTATO che lo spettatore conosca perfettamente tutta la storia di Bob Dylan, visto che in caso contrario spesso si resta assolutamente stralunati.
Poteva essere un CAPOLAVORO ASSOLUTO, ma Haynes non ce l’ha fatta, qualcosa manca mentre qualcosa di troppo è stato aggiunto.

Un NON FILM imperfetto, capace di ammaliare un 10% degli spettatori, lasciare nel dubbio un 20%, ed essere odiato dal restante 70%. Decidete voi in quale percentuale entrare.

Voto:7–

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