Brasile choc, giudice autorizza la ‘cura’ dall’omosessualità – esplode la polemica

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La scorsa settimana Waldemar de Carvalho, giudice federale di Brasília, ha ribaltato una sentenza del 1999 del Consiglio federale di psicologia che vietava agli psicologi di offrire trattamenti che potessero “curare” l’omosessualità.
La decisione è avvenuta dopo che lo psicologo Rozangela Justino, cristiano evangelico convinto che l’omosessualità sia una “malattia”, ha stracciato la propria licenza per offrire “la conversione” ai gay.
Polemiche a non finire, ovviamente, all’interno della comunità LGBT brasiliana, perché con questa tendenza la giustizia del Paese dà ufficialmente credito alla ‘conversione’, etichettando l’omosessualità come una malattia da cui guarire.

“Questa decisione è un grande passo indietro rispetto alle conquiste che la comunità LGBT ha avuto negli ultimi decenni”. “Come in altri Paesi del mondo, anche in Brasile stiamo assistendo ad un’ondata conservatrice”.

Parole di David Miranda, tra i pochi politici apertamente gay del Brasile, Paese in cui il matrimonio egualitario è diventato legale nel 2013.
Peccato che i reati transomofobi sono all’ordine del giorno, con pestaggi e omicidi a cadenza settimanale.
Rogério Giannini, presidente del Consiglio federale di psicologia, ha dichiarato che la decisione del giudice “apre alle pericolose terapie riparative”, giurando una rivolta legale.
“Non c’è modo di curare ciò che non è una malattia”. “Questo non è un serio dibattito accademico”.
Ivete Sangalo, leggenda della musica brasiliana, ha picchiato duro nei confronti del giudice.

“I malati sono coloro che credono in questa grande assurdità”.

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