Senza Paura di Giorgia – la Pagella di Spetteguless

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Premessa.
Chi scrive ama Giorgia.
Da sempre.
Credo con forza che sia una delle più belle voci della musica italiana da 20 anni a questa parte.
Peccato che dinanzi ad una vocalità così spaventosa non ci siano sempre stati album e canzoni all’altezza.
Anche per questo motivo la carriera della Todrani, esplosa 20 anni fa a Sanremo, non ha quasi mai superato i confini nazionali, a differenza di alcune sue celebri colleghe. Immeritatamente.
Detto ciò, da innamorato di Giorgia non ho mai fatto fatica ad ‘attaccarla’, quando ovviamente ne sentivo il bisogno.
Dietro le apparenze non mi fece impazzire, così come Stonata.
Bisognerebbe tornare a Ladra di vento, nel 2003, per incontrare un mio totale apprezzamento nei confronti di un suo album.
Fino all’arrivo di Senza Paura, disco atteso, dal taglio internazionale, condito da duetti di peso e da una serie di canzoni semplicemente splendide.
15 le tracce, tante, troppe, alcune evitabili, altre coraggiose nel rischiare l’incontro con l’elettronica e la dance pura, altre semplicemente riempitive, ma almeno la metà nettamente superiori alla media nazionale di questo triste e assai povero 2013.
Elisa, altra cantante che il sottoscritto adora, ha totalmente sbandato e deragliato con il suo primo disco in italiano, lasciando di fatto proprio a Giorgia la Palma di miglior produzione nazionale di stagione. Ed è un piacere constatarlo, perché dinanzi ad una voce simile, ad un talento così puro, tutti o quasi dovrebbero abbandonare pseudo rivalità canore e limitarsi ad un sincero applauso.

– Non mi Ami – pronti, via. Partenza lanciata. Delicata. Cullata. Ballad d’amore pronta ad esplodere attraverso un ritornello inaspettatamente ficcante. Rischio melassa subito abbandonato ai margini della strada. 90 secondi e la traccia prende tutt’altro percorso. Decollando. Migliore inizio non si poteva chiedere. Voto: 8.5
– Quando una Stella Amore – singolo di lancio. Skyfall che pian piano diventa altro. Radiofonica, martellante con il passare degli ascolti. Furba, ma lontana dalle migliori tracce del disco. Voto: 6.5
– I Will Pray – forse la canzone più attesa e clamorosa. Inizio in italiano. Piano e voce. La voce di Giorgia. 30 secondi per ingranare la marcia. E ti ritrovi subito in quinta grazie all’arrivo del feat. di una vita. Alicia Keys. In inglese. Due voci che si fondono nel migliore dei modi. Una di quelle ballad spacca classifiche che ci martellerà i coglioni per tutto l’inverno. Velo pietoso sulla Keys che prova a cantare in italiano. Ma nel complesso la coppia è esplosiva. Voto: 7.5
– Io fra Tanti – cambio di registro. Doveroso. Arriva il ritmo. Ed è credibile, si fa apprezzare. Voto: 6.5
– Riflesso di Me – si torna ad una ‘calma’ musicale più marcata e ancora una volta ‘cullata’. E Giorgia fa nuovamente centro. Sembra quasi una ninna nanna Riflesso di Me. Almeno all’inizio, perché poi prende piede. Lentamente. Rime facili, un pianoforte e quella voce che può permettersi di tutto. Voto: 7.5
– Perfetto – la svolta. Totale. La dance. La Giorgia complicata perché a rischio credibilità nel cantare tracce che mai le sono calzate a pennello, tranne rari casi. E difatti Perfetto non funziona. Musicalmente ‘vecchia’, e più adatta ad una Tatangelo qualsiasi che ad una Todrani. Voto: 5
– Avrò cura di te – qui si torna a fare sul serio. Perché non stiamo parlando di una ballad. Non nel classico senso del termine almeno. A stupire è la base, coraggiosamente ‘elettronica’, che per una volta bene si sposa con le vocalità di Giorgia. Ritornello in crescendo. Nel complesso ottima. Voto: 8
– La mia Stanza – ancora dance. Meno scontata di Perfetto. Più orecchiabile e discotecara. Non sarà mai una ‘Vivi Davvero’, ma sicuramente funziona. Anche se questa Giorgia cubista, a me, proprio non piace. Voto: 6
– Oggi vendo tutto – Ivano Fossati. Basterebbe scrivere questo per parlare di Oggi Vendo Tutto. Canzone che sembra arrivare da una Giorgia di fine anni 90. La Giorgia di Mangio troppa cioccolata per intenderci. Peccato che a frenare il pezzo sia una base che troppo tempo impiega per cambiare marcia. Addirittura 90 secondi. Tanti. Troppi. Voto: 7
– Did I lose you – l’altra collaborazione internazionale dell’album. Firmata Olly Murs. Il risultato?  Serenamente esportabile all’estero. I due, insieme, sono credibili e trascinanti. Chi l’avrebbe mai detto. Voto: 7+
– Ogni Fiore – semplice. Giorgiana nel DNA. Ma banale. Terribilmente banale. Na palla. Voto: 5
– L’amore s’impara – l’unica canzone dell’album scritta solo e soltanto da Giorgia. Ed è una fottuta bellezza. Voto: 8
– Il cielo è sempre il cielo – altro cambio di ritmo. Per una volta spiazzante sin dai primi secondi. E’ gioia pura. Felicità fatta canzone. Traccia da estate 2014. Esplosiva. Voto: 8
– Vedrai com’è – e si chiude con il capolavoro. Giustamente. Uscito quasi dalle corde di Tiziano Ferro. Il Ferro d’annata. Eppure a scriverla è stato il solito Emanuel Lo, compagno nonché ormai storico collaboratore di Giorgia. Sola con un pianoforte. A fare quel che le riesce meglio. Cantare da Dio. Vedrai com’è è meravigliosa. Voto: 8.5

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