L’amara realtà…

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L’ho amato, sognato, spiato, osservato e adorato per anni.
“Insieme a lui” ho visto centinaia di anteprime cinematografiche.
Migliaia di volte ho incrociato il suo sguardo, un paio di volte abbiamo anche parlato, come quando mi chiese “è libero questo posto?”, facendomi far volare via giacca e sciarpa con un incredulo ma “ceeeeeeeeeeerto”.
Era l’anteprima del Che di Steven Soderbergh.
Film che mi fece CAGARE, anche perchè probabilmente passai più tempo a guardare lui che lo schermo cinematografico.
E’ il ragazzo più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita (boom!).
E’ il mio critico ‘misterioso’. Da anni infatti lo incrocio nelle tante anteprime cinematografiche della capitale, sbavandogli dietro, sempre e comunque (ma con grande classe!).
In anni e anni non sono riuscito a scoprire un CAZZO di lui.
Come si chiama, quanti anni ha, se c’ha l’alito pesante, per chi o cosa scrive, non so nulla di nulla.
Una sera, quando c’era ancora la serata Condominio al Rialto, me lo ritrovai accanto, in mezzo alla pista.
Era solo, ballò a due centimetri da me per una decina di minuti, mi guardava. Io, paralizzato, ovviamente non feci nulla.
Da mesi non lo vedevo, fino all’altroieri sera.
Anteprima stampa di A Christmas Carol di Zemeckis (film bellissimo, ma non per i bimbi, fa paura!). Io son già bello che spaparanzato in una delle poltrone reclinabili dell’ormai decadente Adriano, Sala 4.
Fino a quando arriva lui. Sono ad inizio fila, esterno, lato scale.
Le mie gambe chilometriche occupano il passaggio.
Chiede permesso per poter passare, sorride, commentando con un “scusa ma con queste gambe così lunghe proprio non passo”.
Proprio mentre stavo per rispondergli “amore ma non ce so solo le gambe ad esse lunghe… e che nessuna dica “si c’è pure er naso!”, ecco spuntare LEI.
E’ accompagnato, da un essere di sesso femminile. Capelli lunghi, due tette, apparentemente anche una spaccatura in mezzo alle gambe. Dicesi fica, credo. Gli fa in continuazione gli occhioni dolci, ad un certo punto alza la gamba e piscia attorno alle poltrone in cui sono seduti, in modo da marcare il territorio. CHECCHA SUCCHIACAZZI, LUI E’ MIO, il messaggio mandato. Stronza malefica.
E’ apparentemente fidanzato. E’ apparentemente etero.
Sono in lutto.
L’uomo dei miei sogni rimarrà tale per sempre.
Andare ad un’anteprima stampa da oggi non sarà più lo stesso…

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