Jorge Mario Bergoglio è Papa Francesco: definì ILLEGALI i matrimoni gay

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E’ umano.
Prende la metropolitana.
E’ un gesuita (il che è positivo).
E’ buono.
E’ umile.
Ha bisogno di una pulizia dei denti.
Parla come Belen.
Sarà rivoluzionario.
Ha origini italiane.
Probabilmente ha il poster di Evita in camera.
Ha scelto di chiamarsi Francesco.
Avrà Zia Assunta come suo segretario.
Se ne possono dire di ogni colore. Ero sul tram quando dal Vaticano è arrivata la fumata bianca.
Habemus Papam.
E’ argentino. Jorge Mario Bergoglio all’anagrafe.
E nel 2009, quando nel proprio Paese i matrimoni gay diventarono LEGALI grazie ad una storica sentenza di un giudice, lui sbroccò a tal punto da definirli ILLEGALI e figli del DIAVOLO, aizzando i fedeli ad una GUERRA DI DIO, per poi diramare questo comunicato:
La crisi di valori che interessa oggi la nostra società fa dimenticare che l’origine stessa della parola ‘matrimonio’ risale a disposizioni ancestrali del Diritto Romano, in cui il termine ‘matrimonium’ era collegato al diritto di ogni donna di avere figli riconosciuti espressamente all’interno della legalità”. “La parola “matrimonio”, allude giustamente a questa qualità legittima di ‘madre’ che la donna acquisisce attraverso l’unione matrimoniale. Spesso si è cercato di associare erroneamente il termine ‘matrimonio’ al sacramento cattolico che porta lo stesso nome, senza tener conto del fatto che il vocabolo e la realtà che vuole esprimere sono stati consacrati dal Diritto Romano moltissimo tempo prima che il cristianesimo apparisse nella storia dell’umanità”. “Questa decisione potrebbe essere considerata contraria a vari trattati internazionali con gerarchia costituzionale dal 1994, come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (art. 16), il Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici (art. 23) e la Convenzione Americana dei Diritti Umani (art. 17), dai quali si deduce che solo il matrimonio costituito da persone di sesso diverso è costituzionale”. “Affermare l’eterosessualità del matrimonio non vuol dire discriminare, ma partire da un elemento oggettivo che è il suo presupposto”. “Il matrimonio si è sempre costituito sulla base dell’unione di un uomo e una donna, ma è anche una vera istituzione, chiamata a svolgere una funzione sociale insostituibile: facilitare e promuovere la comunità di vita scelta dai coniugi, costituire un ambito adeguato alla procreazione e all’educazione dei figli ed essere quindi il cuore della famiglia, che a sua volta è una cellula fondamentale della società. Per questo, il matrimonio trascende l’interesse particolare dei coniugi e interessa anche quello generale. Da ciò deriva il fatto che, da quando l’uomo è tale, sia stato oggetto di regolamentazione sociale”. “E’ logico considerare a parità di condizioni ciò che può arrivare a offrire ai figli la coppia composta da un uomo e una donna e quella formata da due persone dello stesso sesso?”. “Decisamente non è ragionevole. Solo la prima e non la seconda può metterli al mondo come frutto dell’incontro personale. Solo la prima e non la seconda può fornire al bambino le figure del padre e della madre e modelli autenticamente maschili e femminili, indispensabili per la sua crescita integrale“.

Insomma.
Habemus nuovo Papa. Ma con antiche ed insanabili chiusure, tanto da VOLER TORNARE ALL’INQUISIZIONE, come disse anni fa la presidentessa Kirchner .
Quindi sì, si ricomincia. Perché QUESTA è la Chiesa, bellezza.

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