I Love Radio Rock: Recensione in Anteprima

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I Love Radio Rock
Recensione in Anteprima
Postata DA ME anche su Cineblog.it
Uscita in sala: 12 giugno

E’ il 1966 e in Inghilterra è l’era del proibizionismo musicale. La BBC trasmette solo due ore di rock and roll alla settimana, preferendo alla musica del diavolo il jazz e la musica classica. Peccato che metà dell’intera popolazione si scateni con le onde radio trasmesse da alcune radio pirata, ancorate in mezzo all’oceano, da dove diffondono 24 ore su 24 ore la migliore musica rock e pop del momento! A guidare l’universo parallelo radiofonico la mitica Radio Rock, portata avanti da una mandria di folli dj, nel bel mezzo del Mare del Nord, pronti a sfidare la Corona stessa per diffondere Peace, Love e… Rock’n’Roll!

Sorprendente. Dopo aver scritto buona parte delle commedie inglesi più famose degli anni 90, da Quattro Matrimoni e un Funerale a Bridget Jones, passando per Notting Hill e I Love Actually, in questo caso anche diretto, torna in cabina di regia Richard Curtis, capace nuovamente di fare centro con questo straordinario omaggio a degli anni, i sexties, indimenticabili per chi li ha vissuti sulla propria pelle ed ammirati da chi ne ha sempre solo sentito parlare. Delirante, psichedelico, colorato, spiritoso, emozionante, nostalgico, politico, rivoluzionario, figlio dei fiori, rockettaro, dandy, eccessivo ed enciclopedico. Tutto questo e molto altro è I Love Radio Rock, vero e proprio gioiellino di quest’annata cinematografica.

Un omaggio ai ’sessanta,’ ad una generazione che ha preso per il colletto la storia e l’ha cambiata, un omaggio ad una rivoluzione culturale e sessuale che è partita proprio dalla musica, da quella musica che in Inghilterra, nel 1966, si cercava in tutti i modi di non far arrivare alle orecchie dei propri ragazzi. Una musica che invece arrivò, con forza e dirompenza, grazie ad una manciata di radio private che con coraggio sfidarono la legge ed il Governo stesso, segnando per sempre quei tempi.

Una storia che ha dell’incredibile ma che è realmente accaduta. Richard Curtis, regista e sceneggiatore della pellicola, si sarà sicuramente preso delle libertà sullo script, ma la base di partenza, ed è questo a rendere ancor più fantastico il film, è solida e sulle pagine di storia inglesi. In mezzo al Mare del Nord nel 1966 c’era davvero una nave che trasmetteva 24 ore su 24 musica rock e pop per gli inglesi. Quella nave era veramente vista come una sorta di icona galleggiante, di isola felice da ammirare ed invidiare, di paradiso perduto musicale, dove sesso, droga e rock’n’roll erano le uniche tre paroline magiche conosciute.

Su quella nave vivevano realmente giorno e notte i più folli, preparati ed idolatrati dj inglesi dell’epoca, tutti al servizio di un proprietario radiofonico tanto dandy quanto coraggioso nel voler sfidare l’ipocrisia governativa. Tutti insieme, su quella nave, passarono i giorni più belli della loro vita, arrivando a sfidare la morte per un ideale, per la musica, per il rock…

E’ sinceramente difficile spiegare il mezzo flop registrato da questo film al botteghino britannico. Un regista/sceneggiatore idolatrato in patria, una storia che ogni inglese praticamente conosce, uno script fenomenale, una colonna sonora che è una vera e propria enciclopedia musicale di quegli anni ed un cast, all british, talmente in forma ed affiatato da fare sinceramente paura. Basi da cui partire apparentemente inattacabili che sono invece affondate all’esame del box office nazionale, assai tirchio con l’opera in questione.

Un’opera che invece merita assolutamente di esser vista, ammirata, apprezzata, applaudita, consigliata e vissuta sulla propria pelle. Un concentrato di energia di 130 minuti, un trip musicale di immagini, suoni, colori, capaci di riportare in vita quegli anni, nei vestiti, nelle acconciature e nel clima rivoluzionario che solo gli imparruccati politici dell’epoca potevano non sentire nell’aria.

Un premio di qualsiasi tipo andrebbe poi dato all’intero cast, sublime per quanto divertente e profondamente inserito all’interno del film e della trama stessa, con ognuno dei protagonisti pronto a battagliare in quanto a bravura con il resto della ciurma. Quella nave non era solo una stazione radio pirata, da abbattere a suon di leggi. Era una nave piena d’amore, verso il rock, verso il prossimo, una nave piena d’amicizia, di felicità, era una nave viva, che pulsava, che batteva il tempo diffondendo onde radio lungo tutta l’Inghilterra. Era un mondo probabilmente migliore, sicuramente diverso, perchè senza restrizioni di nessun tipo. Era il 1968, era la rivoluzione giovanile. Era la rivoluzione sessuale. Era La rivoluzione. Era divertente, diretta, era sconcia e volgare. Era trasgressiva ed eccessiva. Era questo e molto altro e a Curtis bisogna dare il merito di esser riuscito a rendercela perfettamente sul grande schermo, facendola accompagnare da un’infinità di pezzi indimenticabili della storia del rock. Per oltre 2 ore galleggerete, riderete e ballerete insieme a lei, uscendo dalla sala delusi perchè arrivati purtroppo alla fine.

Aspettando la revisitazione leeiana di Woodstock, per ora possiamo goderci la versione inglese di quegli anni firmata Richard Curtis, perchè fidatevi… ne vale la pena!

Voto: 8+

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