Gomorra, La Recensione

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Gomorra

Sconvolgente, vero, duro, forte come un pugno nello stomaco, capace di farti uscire dalla sala cinematografica stordito e assolutamente incredulo.
Gomorra, tratto dal best seller di Roberto Saviano, eletto tra i 100 libri più importanti dell’anno da Time, diretto da Matteo Garrone, straordinario giovane regista romano, con due gioielli come L’imbalsamatore e Primo Amore alle spalle, riporta quel magnifico cinema d’inchiesta degli anni 70 ai giorni nostri, attualizzandolo nel mondo contemporaneo della camorra napoletana.
Storie d’illegalità che si intersecano, tra morti ammazzarti e fiumi di soldi, in una Campania dilaniata da una guerra tra clan che conta morti ogni giorno.
Da Totò, ragazzino di 13 anni costretto a dover scegliere da che parte stare, al porta soldi schifato da tanto orrore, passando per lo smaltimento illegale di rifiuti tossici, i ragazzini che sognano di diventare Scarface e il mondo della moda taroccata, Gomorra non tralascia nulla, non lascia speranze, portando sullo schermo quella parte d’Italia malata terminale.
Garrone semplicemente si supera, accompagnato da una fotografia dai colori accesi, con un bianco luccicante, primi piani strettissimi, macchina in spalla, piani sequenza, inseguimenti e carrelli, realizzando un film in dialetto napoletano, sottotitolato in italiano, con i veri abitanti di Scampia chiamati a recitare, che entra di diritto tra i film italiani più riusciti degli ultimi anni.
La pelle d’oca e lo sgomento dominano lo spettatore in sala, preso a pugni da tanta violenza, così gratuita e così reale, capace di farti sussultare e incapace al tempo stesso di salvare nessuno.
In concorso a Cannes, meriterebbe la Palma d’Oro per il coraggio e l’angosciante crudezza con cui porta sullo schermo una realtà che una parte di questo paese vive sulla propria pelle ogni giorno.
Semplicemente straordinario.

Voto:9

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