Super di James Gunn: Recensione in Anteprima

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Super di James Gunn
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 21 ottobre
Pubblicata dal sottoscritto QUI su CINEBLOG (eletto miglior blog/sito cinematogragfico dell’anno)

Ancor prima di Kick-Ass di Mark Millar James Gunn, nel lontano 2003, ideò un ’super-eroe’ alquanto anomalo, privo di super poteri e pronto a scendere in strada per combattere il crimine. Inizialmente pensato come corto, Super si è poi evoluto, stesura dopo stesura, sbarcando nel 2010 in pochi schermi d’America. Il 21 ottobre prossimo, dopo ’solo’ sei mesi di ritardo, il film arriva finalmente anche nei cinema italiani, grazie alla M2Pictures.

Dimenticati i primi due Scooby-Doo, da lui sceneggiati, James Gunn in pochi anni si è costruito una straordinaria carriera di regista di culto. Prima grazie all’ottimo script de L’alba dei morti viventi di Zack Snyder, per poi ammaliare gli amanti del genere con lo straordinario Slither, autentico capolavoro horror passato inosservato ai più. Dopo 5 anni di silenzio Gunn torna ora in sala con un titolo talmente immorale, violento, divertente, visionario, originale e folle da far nuovamente centro, tanto da chiedersi come sia stato possibile che un film simile, in giro per il mondo, sia scandalosamente passato praticamente inosservato.

Date due milioni di euro a buona parte del cinema nostrano e potrete trovarvi dinanzi ad un pessimo finanziamento, anche solo qualitativamente parlando. Con poco più di 2 milioni di dollari negli Usa c’è invece chi riesce a partorire pellicole come questa, che trasuda qualità da ogni poro. Perché tralasciando il ‘tema’ trattato da Gunn, innegabilmente ‘criminale’ nel voler tramutare un evidente psicopatico in un super ‘eroe’ pronto a combattere il crimine per difendere il bene, c’è un’impronta registica talmente marcata in questo Super da lasciare basiti.

Dinanzi ad un soggetto nato per un cortometraggio e solo con il tempo diventato ‘altro’, Gunn è infatti riuscito nell’impresa di tramutare un’idea tanto semplice quanto banale in un fiume di trovate, violente, sanguinarie, divertentissime e maledettamente politicamente scorrette. A tratti blasfemo, nell’ironizzare sull’estremismo religioso, qui addirittura portato nel campo dei cinefumetti, Super non fa prigionieri, colpendo duro tutto e tutti e senza mai censurarsi, grazie ad uno script follemente esilarante e ad una cabina di regia che passa dal visionario spinto all’action puro, tramutando il tutto in un fumetto visivo che per 90 minuti raramente incontra momenti di ’stanca’.

Al centro della trama troviamo lui, Frank , trentenne nella media, esplicitamente ’sfigato’, triste, bruttino e fifone, che è follemente innamorato della sua tormentata moglie Sarah. Tutto cambia quando Sarah lo lascia per un trafficante di droga, Jacque, ‘costringendolo’ a trasformarsi nel supereroe Saetta Purpurea. Convinto di essere il ‘prescelto’ da Dio per portare la giustizia sulla Terra, Frank inizia a combattere il crimine impugnando una pesantissima chiave inglese. Al suo fianco, come ogni supereroe si rispetti, c’è la spalla più giovane, ovvero Saettina, sociopatica fissata con i fumetti. Temuti dalla città, che inizia a parlare delle loro imprese ‘criminali’, i due iniziano a punire chi non rispetta le regole ’scritte tanto tempo fa’, perché non si spaccia, non si molestano i bambini e soprattutto non si saltano le file. Perché se lo fai, preparati ad affrontare la furia di Saetta Purpurea e della sua schizzata compagna d’avventura…

Partendo dal millenario scontro tra bene e male, e tra ciò che è bene e ciò che male, James Gunn ha finito per fondere alla perfezione i suoi tre generi cinematografici preferiti. Ovvero quello comico, a lunghi tratti demenziale, quello fumettaro, ed esplicitamente quello horror/splatter, toccato con mano ai tempi della Troma, per cui realizzò, anche se non accreditato e in compagnia di Lloyd Kaufman, lo stracult Tromeo and Juliet. Perché grazie ad uno splendido lavoro di make-up e di effetti visivi Super regala chicche splatter che da tempo non si vedevano in sala, qui ben amalgamate all’interno di una storia che sembra mai prendersi sul serio, a partire dal suo protagonista, interpretato da un sorprendente Rainn Wilson. Al suo fianco una Ellen Page letteralmente sciroccata, sboccata e scorretta, violenta fino all’inverosimile e iper-attiva, tanto da non far rimpiangere la Hit-Girl interpretata da Chloë Moretz in Kick-Ass. Ed è proprio il boom di Kick-Ass ad aver influito negativamente sul successo di questo titolo, in realtà estremamente differente, e non solo dal punto di vista produttivo, essendo un film quasi indipendente, ma anche nei confronti dello script, estremamente più eccessivo e pulp rispetto al gioiello di Matthew Vaughn. Al fianco dei due folli protagonisti una scialba ma come suo solito bellissima Liv Tyler e un Kevin Bacon che nel suo piccolo, come villain, si fa più che rispettare.

Uscito il primo aprile scorso negli States, il film stato incredibilmente snobbato, incassando appena 324,138 dollari, per poi volare direttamente in home-video. Un’immeritata inezia, per una pellicola da recuperare, e rivalutare con il tempo.

Voto: 7,5

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