Per 30 giorni filati la pagina FB di Spetteguless è rimasta inattiva.
A decine mi avete scritto, allarmati, senza che io avessi nemmeno la possibilità di rispondervi.
Il 4 maggio scorso, infatti, è calata la mannaia di Facebook sul profilo del sottoscritto, andando così a coinvolgere anche le pagine di Spetteguless ed Arcobamedia.
Motivo del contendere una mia colorita risposta ad un commento di un utente legato ad un post di Madonna e alla sua polemica sul vestito indossato al MET Gala. Commento in cui utilizzavo la parola ‘fro**o’, anche se non in termini offensivi nei confronti del commentatore o di chiunque altro.
Anzi, ero proprio io a darmi del frocio!
Ma tanto è bastato a far precipitare la situazione, come visto anche nelle ultime ore con i profili bloccati ad Andrea Maccarone, candidato SEL al Comune di Roma, e alle Sentinelle di Milano. Il paradosso delle pagine anti-omofobia censurate a dispetto delle pagine dichiaratamente omofobe, ancora serenamente on line, è quindi diventato realtà.
30 giorni di blocco totale (dai messaggi ai mi piace passando per le condivisioni e gli stati, tutto fermo), per chi lavora con il web e conseguentemente con i social, sono poi un’ingestibile e ingiusta enormità.
Oggi, finalmente, quel blocco è finito, con le pagine FB di Spetteguless e Arcobamedia che torneranno immediatamente a pubblicare contenuti, mai mancati in questo mese all’interno dei siti.
Perché Spetteguless.it e il suo spin-off Arcobamedia.it non sono mai andati in pausa, ovvia verità da molti di voi, da quanto letto, purtroppo non percepita.
Perché siamo diventati tutti schiavi di Mark Zuckerberg, dei suoi algoritmi e delle sue mannaie da cui è impossibile scappare, una volta cadute.
Anche senza aver concretamente fatto nulla di tanto offensivo o meritevole di censura.