Francesca Pascale TESTIMONIAL contro l’omofobia – ARCIGAY dice di sì

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Si a Francesca Pascale testimonial contro l’omofobia”. “Quando ci è arrivata la notizia dell’intenzione di Francesca Pascale di iscriversi all’Arcigay, noi siamo stati assolutamente felici, perché all’interno del mondo della destra è una delle poche persone che si è espressa in maniera tranquilla e decisa rispetto alle nostre rivendicazioni e ai nostri diritti. Sicuramente è un personaggio che ci può aiutare e che potremmo in qualche modo valorizzare, vista la sua indubbia popolarità accreditata dal sondaggio, e visto l’entusiasmo con il quale sta appoggiando la nostra causa.”
Pensieri e parole di Flavio Romani, presidente nazionale dell’Arcigay che via KlausCondicio ha così sponsorizzato l’ipotesi Pascale VOLTO contro l’omofobia. Dai calippi di Telecafone alle battaglie glbtq, passando per Palazzo Grazioli e Dudù.
Secondo un ridicolo sondaggio firmato Klaus Davi, su 500 elettori LGBT del centro-destra ben l’80% sarebbe favorevole a uno spot anti-omofobia interpretato dalla Pascale, considerata vicina e attenta ai problemi delle minoranze. Dai gay cattofascisti.
Romani, inoltre, ha cavalcato una nuova battaglia di stampo scolastico, rivolta direttamente al Ministro Giannini affinché gli orientamenti sessuali dei personaggi storici vengano una volta per tutte specificati nei libri scolastici. Tutto questo per prevenire l’omofobia anche attraverso una più corretta conoscenza della realtà storica.
Ci appelliamo al Ministro Giannini, con il quale abbiamo un ottimo rapporto, affinché ci sia un intervento del ministero sui libri di testo in un’ottica che non definirei “gay friendly”, ma di mera “operazione verità”. Ad esempio, non c’è mai nessun accenno all’omosessualità di personaggi storici importanti: nasconderla è colpevole, significa fare disinformazione proprio nella scuola, che dovrebbe essere invece il luogo della conoscenza. Si potrebbe quindi iniziare a raccontare gli orientamenti sessuali dei protagonisti della storia, da Cesare a Eliogabalo, da Riccardo Cuor di Leone a Amedeo II“.
Per finire, Romani è andato all’attacco della tv italiota, a suo dire troppo poco gay oriented:
Se il 7% della società italiana è di orientamento LGBT, non si capisce perché i personaggi della fiction Rai che li rappresentano siano meno dell’1%. Quindi chiediamo ai vertici Rai che le produzioni riflettano la realtà, anche solo statistica, del Paese”. Non sono quote gay: negli Usa gli sceneggiatori da sempre scrivono film e fiction riflettendo la complessità dei target e della società americana. Chiediamo che gli autori del servizio pubblico seguano l’esempio americano. Per le fiction Rai sembra quasi che l’omosessualità non esista, solo pochi circoscritti episodi che fanno scandalo. Il 7% della popolazione è cancellato o quasi del tutto rimosso. Ci appelliamo quindi al presidente Tarantola affinché una parte consistente della società non sia più cancellata.”

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