Un calciatore della Bundesliga spiega il perché NON possa fare coming out

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Per puro caso la squadra in cui stavo scoprì che ero gay. Dopo una sessione di allenamento entrai in doccia e capì che tutti i miei compagni di squadra non erano nudi, ma indossavano le mutande. Rimasi scioccato, non sapevo il perché. Poi lentamente me ne resi conto. Era colpa mia. In quel momento pensai che la mia carriera fosse finita. Non volevo più andare agli allenamenti. Ma dopo una settimana sono tornato in squadra. A fine stagione, però, venni fatto fuori perché mi dissero che avevo giocato male. Ma io son sicuro di aver disputato una buona stagione. Questo mi ha dato la dimostrazione che essere gay nel cacio non viene accettato. E nulla cambierà nel prossimo futuro. Quando giochi bene e la folla urla il tuo nome non c’è sensazione migliore. Non vale la pena buttare 10 anni di formazione solo perché ti piacciono gli uomini e non le donne“.

Parole di un calciatore under 19 della Bundesliga, Serie A di Germania, che a pochi giorni dal Mondiale brasiliano e in forma anonima si è confessato sulle pagine del Deutsche Welle.
Germania, va ricordato, che ha visto l’ex nazionale Thomas Hitzlsperger pochi mesi fa fare coming out.
Germania, per non dimenticare, che vede alcuni squadroni in prima fila nella lotta contro l’omofobia.
Eppure ancora oggi, a detta di questo giovane calciatore, gettare la maschera nel pieno della propria carriera equivarrebbe a suicidarsi. Cambierà mai questa triste e assurda situazione?

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