Mostri del nuovo millennio: uccidete il SINGOLO PROMOZIONALE

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C’è stato un tempo in cui a trainare un album c’era una sola canzone.
Il singolo di lancio.
Con annesso video.
Copertina fisica.
L’eventuale B-Side che spesso era una figata pazzesca.
I live televisivi.
Le cover sui settimanali.
E stop.
Fino al singolo successivo.
Non esistevano vie di mezzo.
Non c’erano opzioni alternative possibili e praticabili.
Fino alla nascita di un mostro.
Indefinito.
Immotivato.
Mutante.
Dannoso.
E il più delle volte inutile.
Chiamato ‘SINGOLO PROMOZIONALE’.
Un’entità astratta che non ha fisicità ne’ video e/o live da potersi giocare.
Un bastardo che fugge dalla propria tana quando meno te l’aspetti, si fa vedere, ammirare, sputtaneggia e poi via. Di nuovo tra le mura di casa, per lasciare spazio a colui che è altro. Con marchio certificato DOC. Ovvero IL singolo UFFICIALE.
Ed è qui che nasce la competizione, perché il primo è geloso del secondo e allora parte con il boicottaggio sottotraccia.
Si fa orecchiabile ed appetibile, mandando in tilt produttori e case discografiche che di punto in bianco brancolano nel buio domandandosi: e se sostituissimo l’ufficiale con il promozionale? PURO CAOS. Con crisi di panico del primo e urla di giubilo del secondo. Incastri complessi da musica del nuovo millennio, nati teoricamente per ‘aiutare’ il lancio di un album ma clamorosamente trasformatisi in boomerang.
Perché i singoli PROMOZIONALI sono il male.
Rovinano l’attesa nei confronti di un disco, essendo seminati quotidianamente PRIMA dell’uscita di un album.
Sviano l’attenzione nei confronti di quelli UFFICIALI, difatti sbeffeggiati da codeste creature che non hanno responsabilità ne’ obblighi di vendita, a differenza dei primi, tanto da guardarli dall’alto verso il basso, con la puzza sotto il naso.
E soprattutto creano confusione tra chi non vive 24 ore su 24 attaccato alla pagina Facebook di una cantante, finendo così per arrovellarsi il cervello nel quesito dei quesiti, ovvero: ma quello che sto ascoltando è un singolo promozionale o un singolo ufficiale?
E soprattutto, ma cosa cazzo è il singolo promozionale?
Quale sarebbe la sua utilità?
Perché è nato? Chi lo ha inventato? Dove è stato creato?
Non bastava quello UFFICIALE per suscitare curiosità nei confronti di un disco?
C’era davvero bisogno di un suo surrogato, tentacolare, pericoloso e il più delle volte dannoso?
Quesiti irrisolti a caccia di risposte possibilmente concrete e degne di attenzione, prima che altre mandrie di dischi floppino miserabilmente causa intasamento mediatico da singoli, tra ufficiali e promozionali.
Nella speranza che la BESTIA, prima o poi, venga catturata, legata, umiliata e definitivamente soppressa.

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