Diamo ai Take That (ovvero Robbie Williams) quello che è dei Take That (ovvero Robbie Williams)

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Premessa fondamentale: non mi sono MAI inculato i Take That (purtroppo in tutti i sensi).
All’apice del loro successo ero un pischello e me ne sbattevo di loro, che conoscevo per via delle amichette che ricoprivano i diari con i ritagli di Cioè e per via di mia sorella, che li ascoltava. Negli anni ho poi imparato ad AMARE la musica, la voce e il talento di Robbie Williams, rimanendo perplesso dinanzi all’annuncio di un loro ritorno, TUTTI INSIEME.
Robbie ANCORA una volta con quei 4 SFIGATI? Eddai, è una bestemmia. Come se Mina decidesse di tornare ad esibirsi e scegliesse di rifondare le LOLLIPOP! E invece son qui a fare mea culpa, perché Progress, ovvero l’ALBUM dell’atteso e temuto ritorno, è un SORPRENDENTE gioiellino!
Non solo il LORO miglior cd (con gli anni ho ovviamente alimentato la mia coltura finocchia riascoltando tutti i loro classici), ma forse uno dei miglori album POP dell’anno!
Prodotto da quel GENIO di Stuart Price, già al lavoro con Madonna, Pet Shop Boys e Killers, Progress si allontana dall’essere la solita rottura di palle targata ‘boyband’ con canzoni melense, orecchiabili e senza ne’ capo ne’ coda, osando con scelte musicali che sorprendono.
Promosso The Flood, singolo di lancio, come non rimanere ESTASIATI dall’adrenalica SOS, dalla straordinaria KIDZ e dall’incalzante Affirmation, oltre a quelle 2/3 ballad di tutto rispetto (BELLISSIMA Eight Letters), palesemente influenzate dal talento di Robbie, finalmente tornato a RISPLENDERE.
500,000 copie vendute in una SETTIMANA in Inghilterra, evento che non accadeva da una VITA, per un ritorno tanto temuto quanto riuscito.
Diamo ai Take That (ovvero Robbie Williams) quello che è dei Take That (ovvero Robbie Williams)!


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