Colpo di Fulmine – Il mago della Truffa (I Love You Philip Morris): Recensione in Anteprima

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Colpo di Fulmine – Il mago della Truffa (I Love You Philip Morris)
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 2 aprile
Postata DA ME anche qui

Oltre due anni di travaglio ha dovuto sopportare I Love You Philip Morris per approdare nei cinema italiani (peggio è andata a quelli americani, dove ancora non è arrivato). Peccato che il film, distribuito dalla Lucky Red, sia stato confezionato e lanciato in maniera a dir poco ambigua, trasformando una storia d’amore omosessuale, grottesca, surreale ed incredibilmente realmente accaduta, in un’apparente innocua commedia con un Jim Carrey in versione trasformista. Il titolo è così diventato Colpo di Fulmine – Il mago della Truffa, con il personaggio interpretato da Carrey, padre e marito devoto, che, stando a quanto rivela il trailer italiano, si scopre omosessuale ‘dopo un incidente’ automobilistico.

Vero in parte, ciò che accade nel convincente I Love You Philip Morris è infatti leggermente differente. Carrey è sì un padre affettuoso ed un marito devoto, ma soprattutto un gay represso. Un omosessuale sin da bambino, quando vedeva peni a forma di nuvola su nel cielo, che finalmente capisce di dover vivere la propria vita per quello che è, senza più maschere, nel momento stesso in cui arriva ad un passo dalla morte dopo un terribile incidente, aprendo così per la prima volta gli occhi e vedendo ciò che da anni fingeva di essere. Detto addio al vecchio io, tutto capiterà all’intrepido novello truffatore, perchè la ‘vita da gay costa’. Finito in galera e pronto a tornare con la coda tra le gambe da dove era fuggito, si innamora follemente di Philip Morris, carcerato effeminato dai modi gentili e con il volto di Ewan McGregor, qui perfetto insieme ad un intenso e bravo Carrey, tanto giullare quanto straordinariamente drammatico, tra sketch demenziali alla Farrelly e quel tocco di irriverenza tipica dello sceneggiatore di Babbo Bastardo, qui dietro la macchina da presa.

Due anni dopo essere approdato a Cannes il quesito è sempre lo stesso. Come è mai possibile che una commedia romantica, tanto grottesca quanto divertente, come questa, con il Re del box office Jim Carrey protagonista, non abbia trovato uno straccio di distrubutore negli States per oltre due anni? Dopo aver visto il film, sinceramente, le perplessità non solo non si sono dipanate, ma sono addirittura aumentate. I Love You Philip Morris ha il pregio di mescolare più generi, facendo leva su una storia annunciata come realmente accaduta, sul solito strabordante Carrey e su una sceneggiatura che, soprattutto all’inizio e nella parte finale, funziona.

Dimenticate il trailer italiano e fate finta che il titolo nostrano non sia mai stato partorito, perchè I Love You Philip Morris porta in sala soprattutto una storia d’amore omosessuale, sempre al limite, tra truffe, bugie e colpi di scena, in un crescendo di incredulità, soprattutto pensando al fatto che tutto si baserebbe su fatti realmente accaduti. Partita a razzo con l’introduzione del represso Steven Russell (Carrey), la pellicola perde colpi e brio nella parte centrale, con l’entrata in scena di Ewan McGregor, autentica checca bisognosa di amore e protezione dal bugiardo Steven, trasformatosi in truffatore per poter garantire all’amato e a se stesso la vita migliore possibile, per poi riprendersi nel drammatico e sorprendente finale, capace di ‘giocare’ con un tema tanto sentito quanto intoccabile, dando il via all’ennesima svolta narrativa, irriverente e provocatoria ma riuscita.

Glen Ficarra e John Requa si divertono come matti quando premono sull’accelleratore della demenzialità, rallentando bruscamente quando devono far virare il film su risvolti più drammatici e sentimentali. Sapientemente bilanciato, I Love You Philip Morris si fa comunque apprezzare, dando però l’impressione di aver subito dei tagli in fase di rimontaggio, tanto che Carrey e McGregor non vanno oltre ad un castissimo bacio a stampo, tralasciando battute su ’succhia succhia’ ed attività sessuali varie.

Ciò che ne resta è sicuramente un buon prodotto, già cult per il mondo glbtiq, dove è l’amore tra due uomini a dominare la scena, con uno di questi, per decenni represso, pronto ad ogni tipo di follia per riuscire a riabbracciare e a riconquistare l’altro. In sostanza una divertente, atipica e sopra le righe commedia romantica a sfondo omosessuale, con un notevole Carrey ed un volutamente eccessivo McGregor, misteriosamente evitata dalla distribuzione americana. Cinque anni appena sono passati da Brokeback Mountain, ma a quanto pare i cowboy gay di Ang Lee non hanno davvero insegnato nulla ad Hollywood, visto l’incredibile ed ingiustificato trattamento riservato a questo apprezzabile I Love You Philip Morris.

Voto: 6,5

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