Madrid, mai visto un Pride tanto ‘mondiale’ – il resoconto di un evento indescrivibile

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E’ stato un weekend sfiancante, dal punto di vista fisico, ma maledettamente appagante.
Quanto accaduto a Madrid nel fine settimana, infatti, difficilmente verrĂ  dimenticato da chi ha avuto il piacere di viverlo in prima persona.
Sono circa 15 anni che vado ai Pride con gioia e orgoglio, ma mai avevo visto nulla di simile.
La capitale spagnola si è letteralmente fermata per il World Pride, che ha calamitato circa 4 milioni di persone in una settimana appena.
Una cittĂ  tinta d’arcobaleno ad ogni angolo, con bandiere rainbow esposte ovunque, piazze infarcite di eventi ed un fiume di persone festanti in ogni via.
Non un solo giorno da poter sfruttare, il tradizionale sabato della sfilata, bensì una lunga settimana che ha portato nelle casse comunali decine di milioni di euro (alberghi stracolmi da mesi, prezzi alle stelle, commercianti in estasi), con l’intera Madrid felicemente coinvolta nella manifestazione.

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Una parata epocale, monumentale, quella dei 1° luglio, durata la bellezza di 8 ore e mai tanto partecipata.
Questura alla mano, si parla di oltre 2 milioni e mezzo di persone in strada. Forse tre, chi puĂ² dirlo.
Un Pride diverso, rispetto a quello vissuto da noi italiani, e non a caso spiazzante.
PerchĂ© a sfilare, inizialmente, sono le tantissime associazioni che si iscrivono alla parata, con il ‘pubblico’ ai lati della strada ad applaudirli, a fotografarli, ad ammirarli.
Non c’è praticamente musica, in questo frangente, con le varie ‘categorie’ fieramente in mostra. Tra le tante, per la gioia dei critici italioti che chiedono ”contegno” ai Pride nostrani, persino quella dei NUDISTI.
Di ‘nome’ e di fatto, perchĂ© senza nulla addosso in strada (pisello al vento, esatto), sorridenti e con il cartello di rappresentanza in mano.
Pura fantascienza per la pudica e ipocrita italietta, che puntualmente si scandalizza per due tette di troppo o una chiappa esageratamente esposta.
Conclusa questa parte di Pride, durata la bellezza di 3 ore, si è poi passati alla fase piĂ¹ spettacolare, quella piĂ¹ attesa.
L’arrivo dei carri.
Veri e propri camion dietro i quali non è perĂ² possibile ballare, come storicamente avviene nel Bel Paese.
Anche per una questione di sicurezza, probabilmente, ma il Pride di Madrid è letteralmente ‘parata’.

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Perché i carri sfilano quasi in solitudine, protetti da un cordone di sicurezza, mentre milioni di persone ballano e li osservano al di là delle transenne.
Decine di carri a passo d’uomo, per poco piĂ¹ di due km tra gigantesche ali di folla da ore ordinatamente in ‘posizione’ per poter assistere al loro passaggio.
Una marea umana di persone senza distinzioni di sesso, etĂ , etnie e orientamento sessuale.
Perché tutta Madrid era in strada. Tutta.
Dai giovani gay che si tenevano la mano alla coppia di vecchietti, moglie e marito, eleganti con il vestito della domenica e la sediola portata da casa.
Lo spirito del Pride, che è rivendicazione, ostentazione ma soprattutto FESTA, celeberazione, viene qui pienamente abbracciato, rivendicato, vissuto.
Un evento nell’evento, una sorta di giubileo nazionale da voler costi quel che costi cavalcare, vivere in prima persona, fino a notte inoltrata.
Con l’arrivo dei 30 carri nella piazza principale, 8 ore dopo il via, Madrid si è infatti tramutata in una discoteca a cielo aperto, in cui ballare ore ed ore, per poi disperdersi tra le tante feste ufficiali (e non).
Alle prime luci dell’alba, come per magia, la cittĂ  si è infine risvegliata miracolosamente pulita.
Dal campo di battaglia di poche ore prima alla perfezione, al ritorno alla normalitĂ , alle strade linde ed ordinate, come se nulla fosse successo.
Come se milioni di persone non avessero appena vissuto appieno una giornata ‘particolare’, infinitamente stancante ma clamorosamente soddisfacente, portando in strada il proprio io, qualunque fosse, senza vergogna alcuna, onorando lo spirito di quel Pride che quasi mezzo secolo fa diede il lĂ  a ciĂ² che siamo oggi.
PerchĂ© tutto quel che abbiamo conquistato in mezzo secolo di battaglie è partito da quella sfilata, e non c’è cosa piĂ¹ folle al mondo che dimenticarlo, fingere che non sia così, guardarla persino con fastidio.
Il Pride è questo, e non esiste FESTA piĂ¹ bella al mondo. Estate 2019, World Pride a New York per i 50 anni di Stonewall. Cominciate a farci un pensierino, perchĂ© ne varrĂ  davvero la pena.

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