Festa del Papà, auguri anche a quei gay che vorrebbero ma che al momento mai potranno festeggiarla

Condividi

article-0-12499EE3000005DC-878_634x838Se vivi in Italia, sei gay e sogni di diventare padre, le strade disponibili sono due:

ti fingi eterosessuale, conquisti una donna, vivi una vita di menzogne e la metti incinta;
spendi decine di migliaia di euro per sostenere una maternità surrogata estera, mandando giù tutti quegli insulti che al tuo ritorno ti rovesceranno contro, neanche avessi scippato un bebè da una nursery ospedaliera.

Altre strade, nel Bel Paese, non se ne conoscono, e non tutti hanno la disponibilità economica per poter intraprendere la via della surrogazione.
Certo, chi non ha mai avuto un’amica che tra il serio e il faceto gli ha più volte promesso ‘fallo con me un figlio’, ma sono casi limite che di fatto aggirano il problema.
Perché per lo stato italiano un gay non può e non deve essere padre. Un e/orrore certificato dal DDL Cirinnà, visto l’addio a quella stepchild adoption tanto strumentalizzata a discapito di tutti quei figli che già esistono, e che tale rimarrà fino a quando il Governo non permetterà anche ai single, omosessuali compresi, di adottare.
Solo allora il 19 marzo potrà esser considerato Festa a tutti gli effetti, e non solo per chi è già padre ma anche per tutti quelli che avranno finalmente la concreta possibilità di poterlo diventare.

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy