Elezioni 2018 e diritti LGBT: l’unico vero voto utile è al centrosinistra

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A 2 giorni dal voto c’è una parte della comunità LGBT che continua a lanciare anatemi al centrosinistra guidato dal Pd, a puntare il dito, a fargli le pulci come neanche Michela Vittoria Brambilla sotto botta canina.
Quello stesso PD che ad oggi può vantarsi di essere l’unico partito della Storia d’Italia ad aver fatto qualcosa nei confronti dei diritti LGBT, colpevole di aver escluso il matrimonio egualitario dal proprio programma ma in prima linea sulla riforma delle adozioni, sulla stepchild e su una necessaria legge contro l’omofobia.
Eppure a una parte della comunità LGBT tutto questo non basta, tacendo completamente la totale assenza di diritti dal programma 5 Stelle, ad opera di quegli stessi grillini che tutto hanno fatto per boicottare e far cadere la legge. Tanto da non votarla, a differenza di quel Casini scelleratamente abbracciato da Matteo Renzi, ex UDC contrario alle nozze same-sex ma aperto alla stepchild e tra i parlamentari che ci misero la faccia, votando la Cirinnà. Perché Pier Ferdinando l’ha votata, a differenza di Di Battista, Di Maio e compagnia danzante.
Una parte di comunità LGBT che è pronta a votare quei partiti di ‘sinistra’ che hanno ampiamente e ovviamente inglobato l’argomento diritti nei propri programmi, anche perché consapevoli di non contare un cazzo. Liberi e Uguali e Potere al Popolo, che può vantare lo stesso numero di elettori di Mario Adinolfi, arriveranno a Montecitorio con una manciata di parlamentari (i primi, perché i secondi potranno ammirarlo solo in visita guidata con le scolaresche), mentre l’incubo di un trionfo del centrodestra incombe.
Quel centrodestra trainato dai fascisti Salvini e Meloni, che annovera al suo interno personaggi come Gasparri, Brunetta, Roccella, Binetti e altre decine di soggetti orgogliosamente omofobi.
Lunedì mattina ci ritroveremo comunque tutti uniti a sbattere la testa contro il muro, a piangere lacrime amare per un’ipotetico quinquennio d’inferno, ma voglio portarmi avanti e a quella parte di comunità LGBT che vive sulle nuvole, tra gli unicorni arcobaleno e una fantapolitica che non esiste se non nella loro capoccia, dico di fare pace con il cervello, di cominciare a ragionare con la consapevolezza di vivere in Italia e non in Canada e di provare a capire che dietro ‘l’invotabile’ Partito Democratico c’è una cariolata di merda che tramuterà le vostre emoticon rainbow in carta da cesso.
E se proprio non volete votare il PD di Renzi, Gentiloni e Monica Cirinnà, c’è una signora alternativa che si chiama Emma Bonino, sua alleata.

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