‘Egregio Presidente Mattarella’, aveva restituito la tessera elettorale per protesta e così (non) gli ha risposto il Quirinale

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Lo scorso 29 maggio pubblicai la lettera di Iacopo Vigevani, gay stufo di non avere diritti tanto da restituire la propria scheda elettorale inviandola al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una lettera civile e ‘arrabbiata’, quella spedita a Roma, dopo anni di attesa per una legge che semplicemente ci CONSIDERI in quanto cittadini italiani.
Ho conosciuto Iacopo a Torre del Lago, il mese scorso, e qui mi confessò che fino a quel momento nessuna risposta era arrivata dal Quirinale, con suo enorme dispiacere.
Ebbene quella risposta si è fatta realtà nelle ultime ore, ma con un’incredibile verità a traino nonché una pronta  e immancabile replica da parte del diretto interessato al silente Presidente:
Ieri mi hanno chiamato i carabinieri per restituirmi la tessera elettorale che le avevo inviato a maggio. Non si è neanche degnato attraverso i suoi numerosi collaboratori di rispondermi con due righe, e un Presidente in un paese civile avrebbe quantomeno invitato a non arrendermi e a esercitare i miei diritti. Aveva la possibilità di uscirne al meglio ma il problema è proprio questo: siamo invisibili. E se manifestano civilmente e senza carri in maschera non vi accorgete del problema. Il disegno di legge previsto per agosto ovviamente è stato rimandato. Lei è il presidente di alcuni italiani ma non il mio. Io non la stimo ma la rispetto perché a differenza sua e di tutti gli omofobi che nella vita ci hanno insultato e che spesso sono politici di spicco, io sono e rimango una persona educata‘.

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