Gay Village – rissa più coltellata nella notte – ma l’omofobia non c’entra niente

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Doveva essere la serata degli Italian Gaymes e invece si è tramutata nella serata del tentato omicidio e delle ambulanze. Ancora una volta.
Gay Village capitolino con rissa all’uscita, quello andato in scena ieri sera, con un ragazzo di 26 anni accoltellato al torace al termine di una rissa. Immediata la corsa al Sant’Eugenio, con il giovane fortunatamente non in pericolo di vita. Arrestato il coetaneo, accusato di tentato omicidio, per una tragedia mancata che nulla avrebbe a che fare con l’omofobia, come avvenuto nel 2009 con Svastichella e il povero Dino.
La colpa, in questo caso, è di chi POPOLA il Gay Village, negli ultimi anni troppo aperto nei confronti di indifendibili e beceri coatti che nulla hanno a che vedere con il mondo glbtq. E non mi si venga a parlare di aperture e tolleranza, di ghetti finalmente abbattuti e quant’altro, perché di GAY, esclusi organizzatori, drag queen, ballerini, pr e omosessuali barricati nei privè, al Village c’è rimasto davvero poco o nulla. O almeno questo è quello che ho potuto constatare un paio di sabati fa, quando ci ho messo piede per la prima volta in questo 2014, facendomi largo tra bestie tatuate dal sopracciglio stuprato e luride alla Jersey Shore che se poco poco le urti te scotennano. Ed è un enorme e gigantesco peccato, vista anche la straordinaria struttura. Perché quella era ‘casa’ nostra.

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