Se neanche in Italia si può protestare contro l’omofoba Russia

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Quel che leggerete è il dettagliato racconto di un ragazzo, Pasquale Ciano, che è sceso in piazza a Roma nella serata di ieri per protestare davanti l’ambasciata russa.
E ritrovarsi caricato a forza dagli agenti in tenuta antisommossa.
Un racconto surreale, per non dire agghiacciante, visto lo sproporzionato uso della forza da parte delle forze dell’ordine dinanzi ad un gruppetto di pacifici gay ‘armati’ di bandiere rainbow.
Perché persino in Italia, ormai è ufficiale, non si può protestare contro l’omofoba Russia.

 

Ci raduniamo lentamente intorno alle 20 davanti all’ambasciata russa a roma, erano con me Aurelio Mancuso Cupello e Guido Allegrezza Carrozza ci si salutava e si scambiavano sorrisi con chi man mano arrivava, a Enrico Cupido, Fiorenzo De Vecchis, l’Ipocoana Nera, Dario Gizzi, si aggiungevano Carmelo Mono Pappalardo, Gaia Logan, Salvo De Rosa Giam, Imma Battaglia, Fabrizio Marrazzo, Paola Dee, Andrea Maccarrone, Giuseppe Pecce, Angelo Ferro, Massimo Giorgi, Caramella Drag e tanti altri andavano aggregandosi PACIFICAMENTE. Non appena qualcuno ha tirato fuori una enorme bandiera rainbow e ci stavamo muovendo per sventolarla sotto l’ambasciata dell’amico putin, gli agenti in assetto ANTISOMMOSSA hanno fatto muro per impedirci di manifestare.
attoniti e incazzati – da quando il diritto di manifestare pacificamente è stato sospeso anche in italia con metodi “russi”? – ognuno urla il proprio disappunto come meglio crede, poi decidiamo di aggirare l’ostacoplo passando da via castro pretorio, dove all’incrocio decidiamo per un sit-in estemporaneo in attesa dell’autorizzazione ad esporre il nostro simbolo di liberà davanti all’ambasciata. Cosa che a chi comanda pare sia sembrata un’intollerabile pretesa privilegistica… tant’è che ci circondano, noi tuttti seduti sulla rainbow intenzionati a non mollare, loro con caschi e scudi contro quattro froci in croce… nell’assordante silenzio dei mass media. Decidono che stavamo bloccando il traffico.. con corsie libere e 3 macchine ogni 5 minuti che ci potevano comodamente aggirare…vabbè la presa per il culo continua. Gli animalisi prendono il megafono e denunciano le atrocità del governo putin: legge contro i gay, omicidi di giornalisti scomodi, genocidio in cecenia, sterminio di cani randagi per ripulire le olimpiadi di sochi…

La rabbia montava e nonostante fossimo PACIFICI, SEDUTI e NON VIOLENTI decidono di caricarci come i peggiori dei delinquenti, mi strattonano per farmi alzare e così Ferrante Iaccaria, e bruno @kastKastaDiva Queen, quest’ultimo addirittura isolato e portato al commissariato. noi ci risediamo a terra e non schiodiamo più. Con noi c’erano una consigliera comunale, un consigliere regionale e una deputata della repubblica a garantire la non violenza della nostra azione, ciononostante ci hanno trattato come dei FROCINOROSI da tenere a bada. La nostra richiesta era semplice: fare sventolare la rainbow davanti ai russi. NIET. partono gli appelli facebook e twitter a raggiungerci e a supportarci, Eva Grimaldi ci porta un po’ d’acqua e del cioccolato. alle 22 una trattativa sblocca la situazione: una delegazione di “2 massimo 3 persone” può andare a sventolare il temibile tessuto colorato in via gaeta, li avremmo aspettati e avremmo marciato fino a termini. si sarebbe potuto marciare fino al campidoglio, prendere la palla al balzo e denunciare come siamo stati trattati anche qui in italia, non solo vilipesi in russia ma trattati come appestati A CASA NOSTRA. ma gli accordi erano già presi e quindi addio campidoglio. La cosa però devo dire commovente è stato vedere i leader delle nostre associazioni finalmente parlarsi, incazzarsi assieme, prendere decisioni condivise, inventarsi strategie efficaci e difensive, cosa che non succedeva dal world pride di 14 anni fa. 14 ANNI. ma meglio tardi che mai. Sicuramente la strada da percorrere è questa: combattere per i nostri diritti a ESISTERE, manifestare, formare una famiglia ecc. senza divisioni, focalizzandoci solo sugli obiettivi, magari uno alla volta, ma per ottenere risultati CONCRETI, non promesse, o “solidarietà assolutamente”, o “impegni non più rimandabili” …AVETE FINITO DI PREDERCI PER IL CULO. Sappiamo come lottare e sappiamo dove arriveremo: a vincere. Grazie a chi ha riacceso in me questa fiammella, grazie a tutti quelli che non hanno mangiato, che hanno saltato cene e lavori, per ottenere una semplice sventolata di solidarietà a Vladimir Luxuria E A TUTTI GLI OMOSESSUALI RUSSI. Ma il nostro campo di battaglia è qui, a Roma , perchè venga approvato il registro delle unioni civili, perchè il parlamento discuta di OMOFOBIA, e di UNIONI DI FATTO E MATRIMONI EGUALITARI, per la “piccola soluzione” per le persone transessuali, per il diritto dei singoli e di tutte le coppie di adottare bambini.
Grazie a chi c’era e a chi ci sarà.
UNITI SI VINCE”.

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