E Ora Dove Andiamo? – Recensione in Anteprima

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E ora dove Andiamo?
Uscita in sala: 20 gennaio
Qui su CINEBLOG da ME pubblicata

Quattro anni fa il successo inaspettato, con lo splendido Caramel, ed ora l’incredibile conferma. Perché il Libano ci ha ufficialmente regalato una talentuosa regista, Nadine Labaki. Se il debutto poteva sembrare un’irripetibile sorpresa, il secondo film da regista della Labaki ne ha invece confermato le innegabili qualità. Presentato lo scorso maggio sulla Croisette nella sezione Un Certain Regard, e vincitore al Festival di Toronto del premio del pubblico, Et maintenant, on va où? sbarca ora nei cinema italiani dopo aver raccolto applausi in giro per il mondo. Meritatamente. Perché E ora dove Andiamo?, questo il titolo italiano, è probabilmente la prima ‘gemma’ cinematografica di questo 2012.

Scandalosamente snobbato ai Golden Globes come Miglior Film Straniero, ma candidato ufficiale del Libano ai prossimi Premi Oscar, il titolo della Labaki riesce con maestria a trattare un tema aihnoi attuale come quello dell’integralismo religioso, facendolo con delicatezza, humor e quel tatto straordinariamente femminile che ormai contraddistingue il suo cinema. Spaziando dal musical al drama, e senza mai dimenticare temi da comedy, Et maintenant, on va où? abbandona la Beirut di Caramel per fermarsi comunque in quel Libano bombardato da divisioni umane, sociali e religiose, con musulmani e cattolici perennemente sul piede di guerra.

Rimasta in patria, e ancora una volta legata all’amata lingua araba, Nadine Labaki non solo dirige ma interpreta, ancora una volta, la protagonista principale di questa autentica favola moderna, tanto surreale quanto sublime, capace di emozionare, commuovere e far ridere, come da tempo non si vedeva al cinema, grazie ad uno script che è un concentrato di trovate, legate tra di loro da un’unica ferrea volontà. Ovvero smascherare l’odio, che sia religioso, di razza, sessuale o anche solo generazionale, attraverso la fraternità e l’uguaglianza.

C’era una volta, in uno sperduto paesino roccioso e polveroso di Beirut, una comunità apparentemente felice, unita, anche se visibilmente povera e fuori dal mondo. Nel Libano diviso dalla religione, in questo angolo di Universo dimenticato da Dio, musulmani e cristiani convivono l’uno al fianco dell’altro, fino a quando l’eco tecnologico di un televisore mai visto prima annuncia lo scoppio di una nuova ‘guerra’ di religione. Terrorizzate dall’idea di dover tornare a seppellire i propri cari, le donne della comunità fanno di tutto per mettere a freno l’ardore dei mariti, cercando di distrarli in qualsiasi modo possibile ed immaginabile dalla terribile minaccia. Perché la tensione interreligiosa si fa sempre più forte e preoccupante, tanto da far dissotterrare quelle armi da tempo silenziose…

Un film corale, quasi totalmente interpretato da attori non professionisti, una storia d’amore impossibile, un quasi musical a momenti esilarante ed in altri casi estremamente commovente, una pellicola dalla regia elegante ed avvolgente, coraggiosa e frizzante, polverosa e luccicante, ed una sceneggiatura che è uno straordinario esempio di come si possano trattare temi delicati con leggerezza e serietà, sobrietà e saggezza. Quattro anni dopo averci portato per mano nel colorato salone di bellezza di Caramel, Nadine Labaki ci catapulta nelle lande sanguinose, soleggiate e combattute di E Ora Dove Andiamo?, facendo nuovamente centro.

Mantenendo il proprio sguardo sul proprio mondo, sul mondo femminile, fatto di donne coraggiose, di madri, nonne, mogli e sorelle, la Labaki pennella i tratti di una società ormai arrivata ad un passo dall’implosione. Non un film sulla guerra bensì un film su come evitare che scoppino le guerre, grazie a figure femminili come Amale, Takla, Yvonne, Afaf e Saydeh, costrette a fermare l’odio e l’intolleranza dei propri mariti, figli, padri e zii, accecati dall’integralismo religioso che da anni incendia il Medio Oriente.

Spaziando con straordinaria maestria tra più generi, Nadine Labaki realizza un film incredibilmente maturo, fatto di lacrime e risate, di uomini e donne innegabilmente imperfetti, e ad un passo da quel baratro che si chiama guerra. Per scongiurare l’ennesimo bagno di sangue, i protagonisti della pellicola dovranno iniziare a guardare in faccia la realtà, il vicino, l’amico di sempre, andando oltre veli, croci, tappetini, imam e parroci, in modo da carpire l’essenza stessa della religione, fatta di uguaglianza e fratellanza, di pace ed amore, qui magnificamente rappresentati da un film che è un concentrato di sorprese, un’esplosione di emozioni, meritevoli di attenzione e soprattutto considerazione. Perché è davvero raro vedere in sala film come E Ora Dove Andiamo?, riuscito nell’impresa di farci trovare una risposta a quella stessa domanda che chiude la pellicola: a consigliarne immediatamente la visione ad un amico.

Voto: 8,5

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