L’allenatore nel pallone 2: recensione in anteprima

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L’allenatore nel Pallone 2
Uscita in sala venerdì 11 gennaio
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Oronzo Canà il calcio se lo sogna pure la notte.
Il mondiale vinto da Marcello Lippi, la testata di Zidane, i vecchi ricordi del passato, quando salvò miracolosamente la Longobarda, tornano prepotentemente durante il sonno, perseguitandolo da ormai almeno 20 anni.

Canà ha rotto con il passato, ha aperto un’azienda vinicola, nessuno lo cerca più da decenni, fino a quando, per uno scandalo finanziario amministrativo, la sua ex storica squadra, la Longobarda, si ritrova per magia in serie A.
Chiamato in una trasmissione sportiva per parlare dei tempi che furono, tornati prepotentemente d’attualità, Canà svela per la prima volta i retroscena del suo licenziamento, anche dopo la salvezza ottenuta, quando l’ex presidente chiese lui di perdere per retrocedere, causando un putiferio mediatico.

Per mettere a tacere la stampa e la bomba innescata da Oronzo, i nuovi proprietari della Longobarda, un misterioso e ambiguo russo e il figlio dell’ex presidente, chiedono proprio a Canà di riprendere in mano la squadra, per un’inattesa e ben accetta seconda occasione, che trasformerà i suoi incubi calcistici in pura realtà…

24 anni dopo quello storico e indimenticabile primo capitolo, Sergio Martino e Lino Banfi riportano sullo schermo l’allenatore più famoso d’Italia, commettendo, visto il risultato finale, a dir poco aberrante, un vero e proprio sacrilegio.

L’eccitazione e la gioia di rivedere Lino Banfi vestire i panni di Oronzo Canà vengono nel giro di nemmeno 10 minuti sommersi da una vera e propria depressione cavalcante, visto l’elenco di battute e la quantità mostruosa di scene a dir poco imbarazzanti messe in sequenza, per quelli che finiscono per essere 110 interminabili minuti.

Se il primo capitolo si conosce praticamente a memoria, con scene cult da storia della commedia italiana degli anni 80, questo sequel si presenta come un puro e palese progetto di stampo commerciale, dopo gli ottimi risultati fatti registrare da La Mandrakata 2 e Eccezzziunale Veramente 2, come una semplice e mal fatta ‘operazione nostalgia’, fatta di rimandi continui, ma decisamente non divertenti, al non paragonabile originale.

Gli sceneggiatori hanno cercato di costruire una storia il più credibile e attuale possibile, inserendoci dentro lo scandalo dei conti in rosso delle società di calcio, le intercettazioni telefoniche, i calciatori vip, le polemiche trasmissioni calcistiche, senza però riuscire ad amalgamare bene il tutto, per colpa anche di una regia, quella di Sergio Martino, probabilmente adattatosi negli anni alle Fiction Tv, a dir poco scolastica, fatta di inquadrature fisse e gag da bagaglino. Velo pietoso e nessun commento sugli effetti speciali di 9°categoria, vedere pietosa nuvoletta di fantozzi che io probabilmente avrei fatto meglio con un programmino da 200 euro…

Spiace poi constatare come Banfi, conosciuto agli occhi del grande pubblico ormai come Nonno Libero, abbia perso quella fisicità e quell’agilità che 20 anni fà lo rendevano semplicemente irresistibile, d’altronde 71 anni son sempre 71 anni, e spiace ancor più vedere come si sia arreso al vile denaro nell’accettare una sceneggiatura simile, che si potrebbe definire quasi umiliante rispetto all’originale. Accanto a lui la storica moglie del primo capitolo, Mara Canà, ovvero una poco valorizzata Giuliana Calandra, il solito Biagio Izzo, inspiegabilmente vestito sempre dei panni del Latin Lover, una romagnola Anna Falchi, giunonica e sexy, quanto inutile come le vecchie ’spalle’ femminili di Banfi, un redivivo Andrea Roncato, e una serie infinita di ‘guess star’, sportive e televisive, inserite nella sceneggiatura alla ‘meno peggio’…

Da segnalare le musiche, con un motivetto cantato dallo stesso Banfi che statene certi sarà un successone, partorite nientepopodimenochè dal Maestro Amedeo Minghi, sceso dall’Olimpo della musica, dove era salito da solo, per scrivere i testi del sequel del re dei B-Movie, ennesima conferma di quanto i soldi possano far prendere decisioni a dir poco incredibili, e il terribile, perchè malamente utilizzato, utilizzo del Product Placement, con marchi sparsi ovunque, addirittura integrati nella storia, cosa complicatissima da fare, tanto da finire per infastidire lo spettatore in sala.

Unica scena degna di nota, tra le tante montate con i vari calciatori della serie A, quella che vede Oronzo Canà duettare con il presidente della Lazio Claudio Lotito, talmente auto-ironico da strappare finalmente una sana risata in sala, l’unica nel silenzio imbarazzato che regnava sovrano durante la proiezione.

Venerdì la pellicola, costata 6 milioni di euro, invaderà la penisola, distribuita da Medusa, con oltre 600 copie, pronta a fare faville al botteghino, visto il numero elevatissimo di persone, tra le quali c’è anche il sottoscritto, che venerano Banfi, quel tipo di Commedia e l’irriproducibile Allenatore Nel Pallone originale.

Peccato che dalla gioia iniziale si passerà alla delusione finale, sperando che il pronosticabile successo del film non porti lo stesso Banfi, che ha quasi annunciato la ‘brutta notizia’ in conferenza stampa, a far resuscitare un altro sequel di uno dei suoi tanti stracult cinematografici… che Vieni avanti Cretino inizi ufficialmente pure a tremare, forse il prossimo sarà proprio lui…

Voto:4

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